Cassa di Risparmio di Asti archivia l’esercizio 2024 con l’utile netto a 51,2 milioni di euro, in calo rispetto alla relazione di bilancio 2023, che aveva segnato però un vero e proprio boom.
Tutti i principali indicatori economici, patrimoniali e operativi confermano la solidità del Gruppo e la validità del Piano strategico 2022-2024. Il margine di interesse, salito nel periodo da 271,4 a 297 mln, supera le aspettative nonostante il maggior costo della raccolta. Che cresce a sua volta (17,4 miliardi) sostenuta dalla componente indiretta (+9,5%), gestita (+9,8%) e amministrata (+9%); stabile a 10,7 mld la raccolta diretta.
In termini di redditività, il ROE consolidato è pari al 4,7%
Invariati su base annua anche gli impieghi verso la clientela, a quota 7,4 mld. L’Npl ratio netto consolidato è pari a 2,92%, il coverage medio dei crediti deteriorati si attesta a 45,6% , le sofferenze nette ammontano allo 0,45% dei crediti netti complessivi. Tra gli eventi più rilevanti dell’ultimo trimestre dell’anno scorso, l’aumento della quota Iccrea in Pitagora.
Da tempo si rincorrono rumors di cessione da parte della Fondazione di una parte delle quote di Banca di Asti, entrata nell’orbita di Banco Desio e Pop Sondrio; tuttavia la recente offerta di Bper per l’istituto valtellinese – ultima mossa del risiko bancario in corso sullo Stivale – sembra aver momentaneamente congelato l’interesse.