Brusca frenata a luglio dei prestiti al settore privato, diminuiti del 2,3% sui 12 mesi rispetto al -1,7 registrato a giugno.
Il bollettino statistico della Banca d’Italia di settembre, pubblicato oggi, mette nero su bianco il momento no del business del credito alle imprese. I prestiti alle famiglie sono diminuiti in realtà di appena lo 0,3% annuo contro il +0,2% del mese precedente, mentre quelli alle società non finanziarie sono crollati di un ulteriore 4% dal -3,2% (a questo link il bollettino di giugno). La raccolta obbligazionaria aumenta del 17,5% (16,1%), diminuiscono invece i depositi dei privati: -6,5% (-4,3%). In particolare le riserve di liquidità sui conti correnti dei consumatori, come emerso anche dai numeri di agosto diffusi la settimana scorsa da Fineco, sono scesi in un anno da 1.178 a 1.125 miliardi di euro: ben 53 mld in meno di risparmi adoperati per far fronte alle maggiori spese, saldare o evitare di contrarre debiti con le banche e per assecondare il richiamo degli investimenti in Btp.
Per quanto riguarda i tassi di interesse, a luglio quelli applicati sui mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Taeg) sono leggermente scesi al 4,58% (4,65% a giugno): la quota con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 27% (41%). Tutti gli altri tassi sono in lieve salita. Sulle nuove operazioni di credito al consumo si sono collocati al 10,48% (9,03%), e sui finanziamenti alle aziende sono stati pari al 5,09% (5,04%): per importi fino a 1 milione si attestano al 5,50%, per cifre superiori al 4,85%. Infine, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere hanno raggiunto lo 0,76% (0,72%).
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