Per la quinta volta consecutiva la BCE ha deciso di mantenere invariati i 3 tassi di interesse di riferimento sulle operazioni di rifinanziamento principale, marginale e sui depositi rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
“Le nuove informazioni hanno sostanzialmente confermato la precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine, che ha continuato a ridursi – recita il comunicato diffuso nel pomeriggio dal board di Francoforte -. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo, tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi“.
Se la valutazione aggiornata sulle dinamiche inflattive e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo del 2%, “sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione” ha riconosciuto la stessa presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa seguita alla riunione del Consiglio direttivo, continuando però a non sbilanciarsi nel definire quando inizierà l’atteso taglio al costo del denaro.
Per la stragrande maggioranza degli analisti, la volta buona sarebbe al prossimo meeting in agenda giovedì 6 giugno. “Siamo data-dependent, non Fed-dependent” ha tenuto a chiarire Lagarde con i giornalisti.
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