L’esperto consumerista Fabio Picciolini presenta sulle pagine di PLTV uno studio sulle diverse proposte di riforma della direttiva sul sistema dei pagamenti, presentate dalla Commissione Ue. Al presente articolo introduttivo, ne seguiranno altri due di carattere analitico sui singoli aspetti della riforma nel suo complesso. Il lavoro vuole omogeneizzare argomenti proposti più volte nei vari testi presentati, trattandoli nel modo il più possibile organico, a prescindere dalla loro ripartizione nei diversi documenti.
Il 28 giugno 2023 la Commissione Ue ha presentato il Finance Package, con una proposta di una nuova Direttiva sul sistema dei pagamenti già definita (PSD3) per implementare, aggiornare e abrogare l’attuale Payments System Directive.
Nonostante importanti passi avanti la PSD2 (2015/2366/Ue) non ha raggiunto infatti tutti gli obiettivi proposti, tra cui l’incertezza applicativa e di conseguenza la difformità dei singoli Paesi unionali, cui si aggiungono le innovazioni di prodotto e la crescita di operatori avvenute negli ultimi anni. L’altra proposta in agenda, indissolubilmente connessa con la Direttiva, era un Regolamento, Payment Systems Regulator – PSR, finalizzato a realizzare un quadro normativo più dettagliato e coerente nel sistema dei pagamenti europeo; focalizzato su trasparenza, sicurezza e accessibilità nei rapporti con la clientela. La proposta contiene l’integrazione della Direttiva 2009/110/Ce (EMD2) concernente la moneta elettronica.
La Commissione ha ampliato la presentazione con due progetti molto importanti: il framework FIDA (FInancial Data Access) con le regole per accesso, utilizzo e condivisione dei dati dei clienti sia nel rapporto tra imprese che in quello retail; e un quadro di riferimento per un’eventuale introduzione dell’euro digitale. A tutto ciò si aggiunge una forte attenzione all’attivazione dell’identità digitale europea, o più ampiamente alla “cittadinanza digitale”. Le proposte rientrano nell’ambito del Retail Payments Strategy, presentato nel 2020 per lo sviluppo di soluzioni di pagamento digitali e istantanee.
Il progetto della Commissione è perfettamente integrato con altre importanti regolamentazioni europee approvate o in corso di approvazione, quali: il Digital Finance Package sulla transizione tecnologica nel settore finanziario (Digital Service Act, Digital Market Act); il Data Act per uno spazio europeo dei dati finanziari; il Regolamento sulla resilienza digitale delle soluzioni tecnologiche (DORA); l’Artificial Intelligence Act; il Regolamento sulle cripto-attività (MiCAR); e quello che introduce un regime pilota per le infrastrutture di mercato, basate sulla tecnologia a registro distribuito (DLT Pilot).
Gli aspetti principali della nuova disciplina possono riassumersi in pochi punti: applicare regole uguali tra gli operatori (playing level fields); migliorare la tutela dei consumatori; sviluppare la concorrenza nei pagamenti elettronici; anticipare, dove possibile, gli sviluppi di comparti in continua e rapida evoluzione; regolamentare l’open finance. Il lavoro della Commissione è volto a costruire ecosistemi sempre più sicuri, efficienti e responsabili; realizzare un settore finanziario dell’Ue capace di affrontare le continue e rapide trasformazioni digitali, avvantaggiandosi delle opportunità ma conoscendo e riducendo i potenziali nuovi rischi; e, allo stesso tempo, è diretto a far acquisire al continente un ruolo maggiore a livello globale.
Il tutto attraverso lo sforzo di “immaginare” il futuro prossimo prevedendo discipline non ancorate al presente, nella logica di anticipare quanto potrebbe realisticamente accadere alla luce delle conoscenze attuali.
La Direttiva, dopo l’accordo con Parlamento e Consiglio, entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea: gli Stati membri avranno18 mesi per recepirla. Inoltre la Commissione, entro i 5 anni successivi, dovrà presentare una relazione di revisione. Il Regolamento entrerà in vigore a 24 mesi dall’adozione, mentre i regolamenti relativi all’euro digitale 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta. Temporalità comprensibili (2028!) vista la complessità degli interventi da compiere ma, in un mondo digitale che corre, che rischiano di dover rincorrere e non guidare le trasformazioni come sarebbe necessario.
Previsioni, peraltro, abbastanza aleatorie ritenendo che difficilmente tutte le attività potranno essere portate a compimento (anche escludendo l’euro digitale) prima delle prossime elezioni europee, a giugno 2024, con il concreto pericolo di dover iniziare da capo tutto l’iter legislativo.
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