Nonostante la frenata della domanda nella seconda parte dell’anno, in particolare di mutui, in complesso nel 2022 in Sicilia il credito al consumo ha continuato a crescere, grazie soprattutto al mercato della cessione del quinto. Ovunque internet ha preso il posto dei numerosi sportelli bancari, chiusi dalla sempre maggiore digitalizzazione e ottimizzazione della rete distributiva. E i primi mesi del 2023 confermano il trend in ascesa dei prestiti alle famiglie, e in calo per le imprese.
E’ quanto emerge dal recente rapporto annuale di Bankitalia sulle economie regionali, riguardante la Sicilia. Nel 2022 i finanziamenti alle famiglie siciliane si sono confermati in aumento, un +4% annuo guidato soprattutto dal credito al consumo. I prestiti non finalizzati sono aumentati del 5,8%, sostenuti sia dalla cessione del quinto dello stipendio (7,8%) che dai prestiti personali, tornati a crescere dopo il calo nel biennio pandemico. Il contributo dei mutui immobiliari è andato invece via via calando col passare dei mesi a causa dei progressivi rialzi dei tassi di interesse, fino a chiudere il secondo semestre a-4,5% annuo (per un flusso di circa di 2 miliardi di euro). La dinamica negativa, riscontrabile anche a livello nazionale, è stata confermata nel 2023.
Per quanto riguarda le imprese, i prestiti al settore produttivo hanno rallentato al +0,4% dal +2% di dicembre 2021, trainati al ribasso dal settore terziario ma compensati da quello edile e soprattutto manifatturiero. Nel secondo semestre sono state le piccole e micro imprese a contrarsi, trasversalmente ai comparti. Le criticità macroeconomiche remano contro la domanda di credito per finalità di investimento ma, in generale, redditività e liquidità delle aziende siciliane sono rimaste positive.
Va detto che gli effetti del fuoco incrociato di stretta monetaria, inflazione e caro prezzi sulla qualità del credito sono stati contenuti: tutti i principali indicatori hanno segnalato un miglioramento della qualità complessiva dell’erogato. Il tasso di deterioramento è diminuito per famiglie e imprese, le sofferenze bancarie appaiono decisamente limitate. Merito, lato mutui, anche della prevalenza dei tassi fissi, pari al 60% del totale in essere a fine 2022. Percentuale certamente aumentata nel 2023, con le possibilità di surroga e rinegoziazione sfruttate dai clienti per calmierare gli importi delle rate mensili.