La BCE riduce di altri 25 centesimi il costo del denaro, portando quindi i 3 tassi di interesse di riferimento – su depositi, operazioni di rifinanziamento principali e marginali – rispettivamente al 2,25%, al 2,40% e al 2,65% a decorrere dal prossimo 23 aprile.
Il board di Francoforte spiega che il processo disinflazionistico “è ben avviato“: a marzo sono diminuite sia l’inflazione complessiva sia quella di fondo, attesa a stabilizzarsi intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo.
L’economia Ue “ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali – si legge nello statement -. E’ probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati” alle minacce di dazi doganali del presidente Usa, Donald Trump “determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento: tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro“.
Dunque, l’approccio step by step – “guidato dai dati” di volta in volta disponibili, e dall’evoluzione dello scenario globale – sarà più che mai mantenuto anche nei prossimi vertici, a cominciare da quello del 5 giugno.