Nel primo trimestre 2023 la domanda di credito delle imprese italiane segna un -6% annuo per le aziende individuali e -2,4% per le società di capitali, mentre l’importo medio erogato registra rispettivamente +21,3% e +27,4% attestandosi a 49.717 e 146.845 euro.
Il trend già emerso nei recenti bollettini di Bankitalia e Abi è confermato anche dall’ultimo barometro CRIF: insieme alla contrazione del mercato del mutui, “con l’aumento del costo del denaro è quasi inevitabile che anche le imprese provino a richiedere meno soldi in prestito e che aumenti il rischio di un mancato rimborso – spiega l’executive director Simone Capecchi -. Se le famiglie possono decidere di rinviare la richiesta a quando i tassi di interesse saranno diminuiti, le imprese hanno costi non rinviabili e un bisogno di liquidità permanente”. L’aumento dei costi energetici, inoltre, pesa molto di più sulle imprese che sui privati cittadini ed è dunque fisiologico che, dopo circa un decennio, il tasso di default abbia smesso di scendere e, dal minimo dell’1,5% toccato nel 2021, stia iniziando lentamente a risalire: al momento, comunque, resta ancora solo al 2%. “Un volano di ripresa potrà essere determinato dal percorso dettato dall’Ue sulle tematiche Esg e dal capitolo Pnrr” conclude Capecchi. Dal report emerge, in sostanza, un progressivo riassestamento dei volumi del mercato ai livelli pre Covid in particolare nei settori dei servizi, del commercio e delle costruzioni.
CRIF: Rischio di Default nei Mutui e continua la Contrazione delle Richieste
