di Giuseppe Gaetano, chief editor
Nel 2022 sono stati erogati oltre 4,5 miliardi di euro alle Pmi italiane da piattaforme innovative digitali, che abilitano il finanziamento a breve e lungo termine in maniera più semplice e rapida dei canali tradizionali.
Secondo i dati di ItaliaFintech, si tratta in pratica della metà dei quasi 10 miliardi erogati in totale negli ultimi 4 anni (nel 2019 appena 373 milioni) di cui hanno beneficiato oltre 28mila piccole e medie imprese, 10mila solo l’anno scorso: una cifra che attesta da sola la corsa del modello digital lending e spiega l’attuale interesse verso l’acquisizione della piattaforma Credimi. Immutato invece l’importo medio erogato, sempre attorno ai 400mila euro. In sostanza, è l’altra faccia del fenomeno insurtech nel comparto assicurativo.
La tecnologia favorisce i prestiti integrando alla valutazione del merito di credito, l’utilizzo di fonti alternative di scoring e condivisione dati, come dimostrano le sempre più numerose partnership tra startup e banche. E da circa una settimana il settore può contare anche sul pegno non possessorio: le aziende cedono il loro magazzino a società di inventory trading che – grazie a questo strumento – possono essere finanziate più agevolmente da banche e fondi di investimento e, quindi, mettere a disposizione delle aziende nuova liquidità per migliorarne il capitale circolante. In base alle stime di Supply@Me Capital, il potenziale di scorte monetizzabili è di 7,7 miliardi.
Resta sempre una goccia nel mare di centinaia di miliardi distribuiti ogni anno dagli istituti, ma proprio questo rende il business suscettibile di enorme espansione e connessione tra giovani player dinamici e attori istituzionali. Per il report “Fintech Waves” di EY, al momento il 65% delle startup fintech italiane ha intrapreso partnership con banche o assicurazioni per sviluppare nuovi prodotti e servizi, e il 24% ha un fatturato superiore ai 5 milioni. Il rovescio della medaglia è che, nel 2022, le banche hanno chiuso 554 sportelli sulla penisola: -2,6% sul 2021.
Secondo l’aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, su dati Bankitalia e Istat al 31 dicembre scorso, oltre 4 milioni di italiani non hanno una filiale nel comune di residenza, 250mila in più in un anno, e ad altri 6 milioni è rimato un unico sportello. La fuga dal territorio è omogenea sullo Stivale: Lombardia (-3,6%) e Lazio (-3,5%) le regioni più colpite, essendo in vantaggio in numeri assoluti. In Molise i comuni privi di sportello sono ormai l’82%; in Calabria il 71%; in Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Abruzzo e Campania oltre il 50%. Evidentemente non vale la pena tenere aperti i presidi, reputati fonte di spese più che di ricavi; e in Rete il patrimonio informativo, per determinare le politiche del risparmio e del credito, non ha confronto.