a cura di Fimaa
L’Aula della Camera ha approvato, nell’ambito del disegno di legge sulla concorrenza 2021, una significativa riforma della disciplina della mediazione creditizia prevedendo la possibilità per le società di mediazione creditizia di svolgere anche l’attività di mediazione immobiliare.
La modifica, approvata in extremis con un Governo dimissionario e a Camere sciolte, ha rivisitato la netta distinzione di ruoli tra il mondo del credito ed il mondo immobiliare, scardinando i principi comunitari in materia di divisioni di compiti e ruoli e prevedendo una commistione tra le attività di mediazione del credito e di mediazione immobiliare.
È stato infatti modificato l’art. 17 del D.Lgs. 141/2010 ed è stato espressamente previsto che l’attività di mediazione creditizia sia compatibile con quella di ‘agente immobiliare’.
Passa in secondo piano, in quanto assorbito da tale rilevante novità, il revirement operato dal Parlamento sulla incompatibilità tra l’attività dell’agente immobiliare e quella del collaboratore di società di mediazione creditizia, approvata dal Senato con la Legge Europea 2019-2020 ed entrata in vigore meno di sei mesi or sono.
Un cambiamento di indirizzo assolutamente ingiustificato, non concordato con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale sia del settore della mediazione sia dei consumatori.
Un passo indietro quindi per l’intero settore dell’intermediazione che, con l’approvazione di questa norma, vede così conferita la possibilità ai grandi gruppi di intermediazione di concentrare nelle proprie mani le attività di mediazione immobiliare, creditizia, assicurativa e finanziaria, a danno dei consumatori e delle piccole-medio imprese di intermediazione che costituiscono oltre l’80% del settore.
La nuova disposizione normativa, prossima alla terza lettura in Senato, lede il principio comunitario di separatezza tra le attività del comparto dei servizi finanziari e quelle del comparto immobiliare, favorendo oltre alla possibile commistione tra l’esercizio delle rispettive attività, anche pericolose ed inopportune concentrazioni e conflitti di interesse, a discapito della trasparenza del mercato dell’intermediazione.
Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, Federazione italiana mediatori agenti d’affari, la più antica e rappresentativa associazione sia degli agenti immobiliari che dei mediatori creditizi “è stato scelto di favorire la concentrazione in grossi gruppi a discapito delle singole realtà imprenditoriali, base del nostro tessuto economico, con il pericolo per i consumatori di trovarsi davanti interlocutori votati principalmente alla massimizzazione del profitto a danno degli interessi dei consumatori”.