Fintech e insurtech italiane stanno attraversando una fase di maturità e consolidamento: a fine 2024 – tra new entry, chiusure e M&A – si contano 596 startup, in lieve calo dalle 622 del 2023, ma quelle esistenti hanno rafforzato la propria posizione attraverso sinergie con partner industriali e finanziari, dimostrando resilienza.
Nel presentare oggi i risultati aggiornati della ricerca, l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano ha ribadito quanto già illustrato il mese scorso all’Italian Insurtech Summit 2024, aggiungendo qualche elemento di riflessione al report: il 63% delle startup, ad esempio, ha raccolto capitali dalla fondazione a oggi e, tra queste, il 31% lo ha fatto nel 2024. Nell’anno in corso sono stati raccolti in tutto 250 milioni di euro tra equity e strumenti convertibili (+44% a/a) soprattutto tramite business angel e venture capitalist. Molte realtà però faticano ancora ad attrarre capitali sufficienti per sostenere ricerca, sviluppo e crescita: il 46% è impegnato nella ricerca fondi e solo il 12% ha identificato investitori adeguati ai round pianificati, destinati più allo sviluppo del prodotto che all’espansione in nuovi mercati o alla diversificazione della clientela. Inoltre, l’ammontare dei fondi è generalmente contenuto: oltre il 50% delle richieste è infatti sotto i milioni.
“Gli ultimi due anni sono stati molto positivi per banche e assicurazioni. Ora lo scenario segnato da volatilità dei tassi di interesse, incertezze politiche e nuovi rischi richiede agilità e capacità di adattamento agli operatori – dice Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio Polimi -. Gli incumbent stanno ridefinendo le loro strategie, esplorando possibilità di fusioni e acquisizioni per ampliare la gamma di servizi e migliorare l’efficienza operativa. Allo stesso tempo, agiscono come driver di innovazione attraverso investimenti in progetti digitali interni e sostenendo le startup emergenti. Le nuove tecnologie, come l’Intelligenza artificiale generativa, sono delle leve strategiche, ma l’implementazione richiede sempre un approccio responsabile in termini di governance, etica e conformità normativa“.
Nel complesso, il nostro comparto fintech e insurtech appare comunque in salute: per il secondo anno consecutivo, i ricavi mediani per startup sono in aumento (+29% a/a) con una previsione di 450mila euro nel 2024, segno di un ecosistema che continua a svilupparsi. Migliora la profittabilità – con il 44% delle startup che prevede il break even entro fine anno – e il pragmatismo nel gestire le risorse disponibili, privilegiando efficienza operativa e investimenti strategici.
Il contesto è vivace anche nell’assunzione di personale: il 76% ha posizioni aperte, specie per rafforzare R&D, vendita e marketing.
Insomma, “si confermano motore fondamentale dell’innovazione nel settore – spiega Laura Grassi, direttrice dell’Osservatorio –, la loro capacità di sviluppare soluzioni avanzate e di introdurre nuovi business model sta contribuendo alla modernizzazione dell’intera industria finanziaria. Recenti interventi legislativi hanno riconosciuto l’importanza strategica di queste realtà e il sostegno istituzionale mira a promuoverne la crescita. Anche a livello europeo, alcune importanti evoluzioni normative avranno impatti significativi, come il regolamento DORA per rafforzare la resilienza operativa digitale degli istituti e la proposta FIDA per la creazione di un quadro armonizzato di accesso e condivisione dei dati finanziari“.