di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Nel 2024 la domanda di credito sta mostrando accenni di ripresa su tutti i segmenti, sebbene il suo accoglimento resti un po’ critico: è il quadro che emerge dal 2° Osservatorio BNL-BNP sulle reti di mediazione creditizia.
Sebbene lamentino che le banche siano ancora molto accorte nella valutazione del merito creditizio, i collaboratori che segnalano un miglioramento palpabile rispetto al 2023 sono schizzati in un anno dal 29 al 59%: alla loro consulenza si affidano anche “clienti di alto standing che non avrebbero alcun problema a rivolgersi direttamente alla banca, ma che apprezzano il servizio offerto“.
Interessante notare che la percentuale di professionisti under 44 (36%) “appare solida e, ancora una volta, più corposa rispetto a quella riscontrabile in altre professioni finanziarie”: anche se “non risulta in aumento nel 2024” è comunque un segnale dell’efficacia delle Academy aziendali interne, anche nel sopperire ai vulnus formativi del sistema pubblico, di cui si è tanto discusso a luglio nel corso del Leadership Forum Summer 2024 di Roma.
Per la maggioranza dei collaboratori “la tecnologia, il web e le soluzioni digitali sono qui per restare” e non sembrano affatto preoccupati che l’Intelligenza artificiale possa sostituirli nelle loro mansioni. L’obiettivo della tecnologia è incrementare i ricavi e tamponare i costi, non ridurre il personale; tant’è che fra il 2023 ed il 2024 cala l’attesa che aiuti nell’acquisizione clienti e nel post vendita, mentre aumenta l’aspettativa di un supporto nella gestione pratiche e nei processi: le attività più consulenziali e qualificanti – legate alla conoscenza dei contesti economici locali, e che l’IA non può svolgere – restano appannaggio della persona e delle sue skill relazionali.
Anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, nelle considerazioni sulla Relazione annuale presentata a fine maggio, si è espresso in maniera favorevole verso l’aumento degli investimenti tecnologici dei player, affermando che facilitano l’inclusione di soggetti finanziabili e liberano il valore aggiunto della presenza fisica: valore a cui è difficile rinunciare nella sottoscrizione di prodotti più complessi, e assolutamente decisivo per il complesso mercato delle imprese.
Mentre il doppio binario che lega intermediari a fintech e startup specialistiche continua a scorrere su un tappeto di partnership e acquisizioni, Via Nazionale stima in oltre 900 milioni di euro la spesa in tecnologie innovative nel biennio 2023-2024 (dai 600 del biennio precedente), e prevede altri 380 mln dal 2025. La gran parte delle risorse è destinata a creare piattaforme con cui automatizzare ogni fase del processo di credito – dall’onboarding alla delibera, dall’erogazione alla contrattualistica – per ormai quasi tutte le tipologie di prodotto, dal prestito su pegno alla cessione del quinto.
Le prossime frontiere della digitalizzazione sono: credit scoring; gestione delle sofferenze; e “social lending”, con cui richiedere fondi rimborsabili a una moltitudine di potenziali finanziatori.
Le direzioni reti concordano col front line: tornando alla ricerca BNL, i manager che percepiscono un miglioramento del business commerciale nell’esercizio 2024 passa in 12 mesi dal 20 al 63% grazie alle prospettive di abbassamento del costo del denaro, alla maggiore esigenza di liquidità delle famiglie, allo sviluppo del digital lending e al diradamento delle filiali bancarie sul territorio.
La possibile valorizzazione delle reti derivante da quest’ultimo punto è stata sottolineata dal presidente OAM Francesco Alfonso proprio in apertura del suddetto evento estivo di EMFgroup, citando i dati della recente ricerca realizzata con Prometeia, che ne evidenzia il beneficio derivante: ne è convinto lo stesso network di agenti e mediatori, più o meno nella stessa quota che non scorge nel canale digitale una minaccia o un veicolo di disintermediazione.