17 Luglio 2023

Merito Creditizio nella Spirale dei Tassi, Mutui e Prestiti verso il nuovo +0,25% della Bce

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Da una parte abbiamo le statistiche pubblicate nei giorni scorsi da Bankitalia. A maggio i tassi di interesse sui mutui immobiliari, comprensivi del Taeg, si sono collocati al 4,58% dal 4,52 di aprile.

Il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,43% dal 10,29 del mese precedente. Gli interessi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 4,81% (4,52), mentre i tassi passivi sul complesso dei depositi hanno raggiunto lo 0,67 % (0,64). Sempre a maggio, i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,1% annuo e dello 0,5% mensile; quelli alle famiglie sono aumentati invece rispettivamente dello 0,8 e dell’1,4%; quelli alle società non finanziarie sono calati del 2,9 e 1,9%. Dall’altra parte ci sono le elaborazioni FABI, diffuse sempre nell’ultimo periodo su dati ancora di Bankitalia, che rilevano quasi 15 miliardi di crediti deteriorati, a marzo 2023, da parte delle sole famiglie (+17,5% annuo): 6,8 per i mutui, specie a tasso variabile; 3,7 per credito al consumo; 4,3 per altri prestiti personali. In dettaglio: 5,7 mld sono sofferenze; 7,1 inadempienze; 2 rate scadute. Dei 425 mld di finanziamenti erogati a tutto aprile: 140 sono stati destinati al mercato immobiliare (i mutuatari restano in tutto circa 3 milioni e mezzo su 6,8 mln di cittadini indebitati con differenti tipologie di prodotto); 251,2 sono stati distribuiti invece tra credito al consumo e prestiti personali (in frenata rispetto al trend degli ultimi mesi). Pagamenti irrecuperabili o in ritardo sono concentrati soprattutto in Lombardia e Lazio, con oltre 2 miliardi di rate non saldate a testa; Umbria, Liguria e Calabria le regioni più virtuose.

Sarà anche per questo che Unicredit Leasing e Bper Banca hanno appena ampliato gli oltre 2,5 miliardi di crediti gestiti da Back2Bonis, fondo specializzato nella gestione delle inadempienze probabili (Utp) relative al comparto real estate: da Deloitte a PwC a Kpmg, tutti gli osservatori li danno in ascesa. “Lo spalma-mutui non è privo di rischi né è un’operazione a costo zero” perché ogni soluzione – dilazione dei tempi di rimborso, cap, sospensione della quota capitale – modifica il piano di ammortamento, ha puntualizzato il segretario generale del sindacato dei bancari Lando Maria Sileoni, a proposito dell’ultima iniziativa lanciata dalle banche per andare incontro ai clienti in difficoltà col variabile, che sembra però destinata ad andare incontro allo stesso scarso successo incontrato finora da surroghe e rinegoziazioni per altri motivi. Se ad esempio l’allungamento della durata viene equiparato a ritardo nel pagamento o la rimodulazione diventa spia di difficoltà, il debitore è classificato a rischio con conseguenze per banca (crediti deteriorati e accantonamenti) e clienti (merito creditizio). Le attuali regole in materia – aggiornate a gennaio 2021 da un Regolamento Ue e specifiche linee guida EBA finalizzate a uniformare i criteri – prevedono il default in caso di ritardo di oltre 90 giorni consecutivi, limite di 100 euro (500 per le imprese) e superiore all’1% dell’esposizione verso il gruppo bancario. Prima la soglia era del 5%, e si poteva compensare con altre linee di credito inutilizzate.

Il peso dei mutui ipotecari sul reddito netto delle famiglie è arrivato a incidere fino al 60% secondo Esdebitami Retake, che fissa a +17% e +77% l’aumento rateale minimo e massimo nei prossimi 2 anni. In base alla ricerca, i numeri della “crisi” sembrano ancora moderati: nell’ultimo anno il 13% delle famiglie ha dichiarato di aver avuto difficoltà nel pagare regolarmente le rate del mutuo e il 4% segnala di aver accumulato ritardi; l’80% dei contribuenti dispone però di meno di 30.000 euro lordi annui e 1 su 3 non supera i 10.000. Questo potrebbe aumentare le aste giudiziarie, che dopo il picco del 2019 erano calate. Neanche l’Arbitro bancario può entrare nella valutazione del merito creditizio del cliente. Il pignoramento dell’immobile può scattare dopo il mancato pagamento di 18 rate, sebbene già con 30 giorni di ritardo siano applicabili gli interessi di mora, tuttavia anche il fondo Gasparrini (che copre il 50% degli interessi durante la sospensione), quello di solidarietà (che ha totalizzato 260mila richieste dal 2010) e la garanzia Consap consentono a determinate categorie oggettivamente in difficoltà di stoppare i versamenti, operazione ad ogni modo ripetibile per un numero limitato di volte e difficilmente revocabile. L’ABI, che sul tema tornerà a riunirsi col Mef in settimana, ha diffuso di recente un memorandum aggiornato che riassume quelli a disposizione dei consumatori in questo momento, perché una clientela poco informata non ha mai fatto comodo a nessuno.

La politica non sta alla finestra: l’opposizione ha presentato un proprio pacchetto di misure che, tra l’altro, vuole estendere proprio la platea del Gasparrini a 40enni e cittadini con Isee fino a 40mila euro, innalzando l’ammontare di riferimento del prestito.  Ad ogni modo gli strumenti vanno sempre studiati caso per caso, con un mediatore possibilmente esperto. Di sicuro, rileva Nomisma, “l’erosione di potere d’acquisto e capacità di risparmio e il rialzo dei tassi applicati, che preclude a molti la possibilità di accedere al necessario sostegno creditizio“, hanno accresciuto “la rischiosità associata dalle banche agli impieghi immobiliari” con “conseguenze rilevanti su erogazioni e numero di compravendite residenziali” (e manutenzioni ed efficientamenti), specie nelle città dove finora aveva corso di più, mentre il business della locazione cresce per il quarto trimestre consecutivo. Un’ultima considerazione, a margine: si parla tanto dei mutui, scordandosi degli altri prestiti. Uno studio di Federcarrozzieri uscito nel weekend rivela, ad esempio, come i tassi su finanziamenti per acquistare l’auto possano toccare oggi anche il 12,27% (quelli promossi online direttamente dalle case automobilistiche hanno un Taeg medio tra il 7,5 e il 9%) con la conseguenza che un prestito da 10mila euro a 5 anni può costare in tutto 3.229 euro tra interessi e spese. Una situazione paradossale, in cui sia l’inflazione che i tassi alti per combatterla creano alle famiglie problemi di liquidità e di “demerito” creditizio.

Mutui, Inadeguatezza delle Soluzioni e Importanza del Consulente

 

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