21 Settembre 2021

Mister Credit (CRIF): il 43% della Popolazione Maggiorenne ha un Contratto di Credito Attivo

In un contesto di progressivo recupero delle richieste di mutui e prestiti da parte delle famiglie dopo lo stallo causato dalla pandemia, Mister Creditl’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – ha presentato l’aggiornamento relativo al I semestre 2021 della Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani.

Dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF, emerge che il 42,7% della popolazione maggiorenne risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, facendo segnare una crescita del +3,6% rispetto ad un anno fa. D’altro canto nella prima parte dell’anno si è assistito ad una ripresa dei consumi che ha dato impulso alla crescente richiesta ed erogazione in particolare di prestiti finalizzati.

Il progressivo allargamento della platea di consumatori che hanno scelto di far ricorso a un finanziamento per sostenere i propri progetti di spesa è favorito in questa fase da un costo del denaro ai minimi e da condizioni di offerta ancora favorevoli.

Al contempo resta elevata la sostenibilità del debito, con il tasso di default per il credito al dettaglio che si è attestato all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni anche grazie agli interventi di sostegno al reddito e alle moratorie, che sono state attivate sul 2,6% dei contratti rateali.

A livello pro-capite, la rata media rimborsata ogni mese è risultata pari a 320 euro (-3,9% rispetto ad un anno fa ma era pari a 362 Euro nel 2016) mentre l’esposizione residua – intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – è pari a 32.264 euro (sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione ma in netto calo rispetto agli anni precedenti).

Entrambi questi indicatori risultano in contrazione non solo per il calo dei tassi e per la tendenza degli italiani a privilegiare piani di rimborso più lunghi rispetto al passato, ma anche per la minore incidenza dei contratti di mutuo all’interno del portafoglio delle famiglie, che rappresentano il 21,2% sul totale dei finanziamenti attivi. A questo riguardo va sottolineato come negli ultimi anni il costo delle case si sia ridimensionato ma anche che circa 1/3 degli immobili residenziali oggetto di compravendita venga acquistato senza il sostegno di un mutuo ma attingendo ai risparmi del nucleo familiare.

Nel complesso i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc.) sono la forma tecnica più diffusa nel portafoglio degli italiani, con una quota pari al 50,4% del totale. Il peso di questa tipologia di finanziamenti risulta in costante crescita durante tutto il periodo di osservazione sotto la spinta dell’evoluzione degli stili di consumo delle famiglie, favorita anche da agevolazioni e condizioni di offerta appetibili (basti pensare agli incentivi auto e quelli relativi all’acquisto di elettrodomestici e arredamento).

La quota dei prestiti personali, ovvero quei finanziamenti di liquidità senza vincolo di destinazione, risulta invece pari al 28,4% del totale, in calo rispetto al passato. In questa fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia, la domanda per questa tipologia di finanziamenti è stata particolarmente debole, mentre l’offerta ha adottato criteri di accettazione più selettivi rispetto al passato.

Come è cambiato il ricorso al credito degli italiani negli ultimi anni

I sem 2016 I sem 2017 I sem 2018 I sem 2019 I sem 2020 I sem 2021
% di italiani con un credito attivo  

34%

35,4% 38,1% 39,4% 41,3% 42,7%
rata media mensile  

362 €

356 € 350 € 344 € 333 € 320 €
Importo residuo per estinguere i finanziamenti attivi  

 

34.253 €

34.114 € 33.564 € 33.084 € 32.253 € 32.264 €
quota contratti prestiti finalizzati sul totale dei crediti attivi  

 

43,4%

43,5% 44,7% 45,5% 46,1% 50,4%
quota contratti prestiti personali sul totale dei crediti attivi  

 

34,5%

34,0% 33,2% 32,8% 32,6% 28,4%
quota contratti mutui sul totale dei crediti attivi  

22,1%

22,5% 22,1% 21,7% 21,3% 21,2%

Fonte: Mappa del Credito MisterCredit CRIF

“L’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito conferma nel primo semestre dell’anno i trend già in atto nelle precedenti rilevazioni, con il progressivo ma costante ampliamento del numero di italiani che hanno scelto di ricorrere al credito bancario per finanziare l’investimento sulla casa o per sostenere i propri progetti di spesa e le esigenze familiari.

Nello specifico, nella prima parte dell’anno abbiamo assistito ad una ripresa dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto e a quelli destinati all’acquisto di elettrodomestici ed elettronica, grazie anche all’e-commerce e ai finanziamenti relativi a prodotti informatici, di cui si sono dotate le famiglie per adeguarsi alle maggiori esigenze di digitalizzazione emerse in questo anno condizionato dalla pandemia.

In crescita anche le erogazioni di mutui mentre la dinamica dei prestiti di liquidità risulta ancora debole – commenta Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di CRIF – Questa tendenza si accompagna a una elevata sostenibilità degli oneri finanziari, con un tasso di default che si è attestato ai minimi degli ultimi anni. A questo contribuiscono il costante calo della rata media mensile, dovuto sia a un costo del denaro stabilmente prossimo ai minimi storici, sia alla tendenza delle famiglie ad adottare un atteggiamento prudente, acuitosi durante la pandemia.”

La Mappa del Credito nelle regioni

La fotografia che si ricava dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito mostra una situazione estremamente composita, che rispecchia fattori economici e sociali quali, ad esempio, la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, il diverso costo degli immobili o la tendenza ad allungare la permanenza nell’abitazione di famiglia, la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare, la maggiore abitudine a rivolgersi alla cerchia familiare o amicale per pianificare gli acquisti rispetto agli istituti di credito, ecc.

Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 48% del totale, seguita dal Lazio (con il 46,5%), dalla Valle d’Aosta (con il 46,1%), dal Piemonte (con il 45,9%) e dal Friuli-Venezia Giulia (con il 45,8%).

All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 24,5% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 33,7%) e dalla Campania (con il 36,2%).

Ranking Area Popolazione con crediti attivi
1 Toscana 48,0%
2 Lazio 46,5%
3 Valle d’Aosta 46,1%
3 Piemonte 45,9%
5 Friuli-Venezia Giulia 45,8%
6 Lombardia 45,4%
7 Sardegna 45,3%
8 Liguria 45,3%
9 Umbria 44,2%
10 Veneto 43,4%
11 Emilia-Romagna 42,8%
  Media Italia 42,7%
12 Puglia 41,9%
13 Abruzzo 41,8%
14 Marche 40,9%
15 Sicilia 39,2%
16 Calabria 37,3%
17 Molise 36,9%
18 Campania 36,2%
19 Basilicata 33,7%
20 Trentino-Alto Adige 24,5%

Fonte: Mappa del Credito MisterCredit CRIF

L’importo della rata media mensile

Nel primo semestre 2021 le regioni in cui i cittadini ogni mese hanno rimborsato la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 392 Euro, la Lombardia (con 364 Euro) e il Veneto (con 359 Euro). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 347 e 336 Euro.

“Per interpretare questa dinamica va considerato che in queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che presentano un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza considerare il valore degli immobili che potrebbe risultare superiore alla media. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta tendenzialmente più elevato della media e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di ripagare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità del finanziamento” – spiega Rubini.

Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 267 Euro, in Sardegna (271 Euro) e in Molise (278 Euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto, a scapito dei mutui.

Ranking Regioni Rata Media Mensile pro-capite
1 Trentino-Alto Adige € 392
2 Lombardia € 364
3 Veneto € 359
4 Emilia-Romagna € 347
5 Toscana € 336
6 Piemonte € 331
7 Friuli-Venezia Giulia € 328
8 Liguria € 322
Media Italia € 320
9 Marche € 314
10 Basilicata € 310
11 Valle d’Aosta € 305
12 Campania € 298
13 Lazio € 296
14 Abruzzo € 295
15 Umbria € 294
16 Puglia € 291
17 Sicilia € 282
18 Molise € 278
19 Sardegna € 271
20 Calabria € 267

Fonte: Mappa del Credito MisterCredit CRIF

L’esposizione residua nelle diverse regioni

Per quanto riguarda l’esposizione residua ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso troviamo la Lombardia in vetta al ranking nazionale, con 40.587 Euro (in crescita rispetto ai 38.436 Euro del 2020), che rispetto alla precedente rilevazione scavalca il Trentino-Alto Adige, dove il valore medio scende a 40.085 Euro. Seguono l’Emilia Romagna, con 37.704 Euro, il Veneto, 37.008 Euro, e la Toscana, con 36.797 Euro.

All’estremo opposto della classifica, con 21.187 Euro i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari quasi alla metà di quello dei Lombardi. Insieme alla Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise, sono le sole regioni in cui l’importo ancora da rimborsare risulta inferiore ai 25.000 Euro.

“In questo ultimo anno e mezzo indubbiamente gli impatti della pandemia hanno pesantemente condizionando i comportamenti di consumo e i progetti di spesa degli italiani, ma le prospettive di recupero dell’attività economica contribuiranno ad allentare le tensioni finanziarie garantendo, al contempo, l’elevata sostenibilità degli impegni assunti nel tempo dalle famiglie.

A maggior ragione considerando che nei prossimi mesi i tassi di interesse si manterranno ancora bassi seppur in progressivo rialzo. Da valutare, però, gli impatti sulla qualità del credito derivanti dal progressivo esaurimento delle misure di sostegno ai redditi e delle moratorie che in questi mesi hanno consentito la sospensione del rimborso delle rate” – conclude Rubini.

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