Ad agosto 2023 l’indice del costo del denaro per i nuovi prestiti alle imprese è aumentato di 5 punti base al 4,99%, ai massimi da novembre 2008; mentre quello relativo ai nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è aumentato di 9 pb al 3,85%, ai massimi da agosto 2011.
Lo ha indicato oggi la BCE. Inoltre, il tasso di interesse per i nuovi depositi delle imprese con scadenza prestabilita è aumentato di 10 pb al 3,42% e overnight di 5 pb a 0,65%; mentre quello sui nuovi depositi delle famiglie, a scadenza prestabilita e overnight, è cresciuto rispettivamente di 20 pb al 3,03% e di 4 pb allo 0,31%. Tutti i rincari sono effetto della stretta monetaria di Francoforte che tuttavia, dopo 10 rialzi consecutivi per un +4,5% al costo del denaro totale, sembra arrivata ormai al capolinea.
“In base alla nostra valutazione attuale – ha ribadito oggi la presidente Christine Lagarde, come dopo l’ultima riunione dello scorso 14 settembre -, riteniamo che i tassi di riferimento abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine“. Dunque il prossimo vertice del 26 ottobre potrebbe essere quello dell’atteso break, il che non significa comunque che i tassi scenderanno nel breve termine: “Le nostre future decisioni – ha sottolineato di nuovo Lagarde – garantiranno che i tassi rimangano fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario“.
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