Il tasso fisso torna ad essere la formula preferita da chi richiede un mutuo, soprattutto adesso che – con l’Euribor proiettato al 3% – a parità di spread, costa meno del variabile.
Già nel quarto trimestre 2022 – secondo la Bussola Mutui CRIF e MutuiSupermarket – rialzi del costo del denaro, rate mensili più alte e aspettative di nuovi aumenti degli indici Euribor hanno spintole le nuove richieste a tasso fisso al 72% dal 58% del terzo trimestre, e le surroghe al 24% dall’11%. “Le richieste di mutui a tasso variabile a gennaio rappresentavano solo il 13% del totale, un crollo rispetto al 60-70% dell’estate scorsa” rileva dal canto suo MutuiOnline. Siamo più o meno nella situazione del 2008 e allora, ricorda anche il Sole 24 Ore, chi scelse il variabile fece bene perché, qualche trimestre dopo, i tassi scesero.
Considerando che, anche nella situazione attuale, non potranno salire all’infinito e prima o poi torneranno nei ranghi, non è detto che l’azzardo di accendere ora un mutuo a tasso variabile sia una decisione del tutto irrazionale. E’ davvero più conveniente abbracciare un fisso oggi al 4%, pagando un interesse che è ai massimi degli ultimi 9 anni? Non mancano gli argomenti a favore di questa opzione che, dal punto di vista finanziario, potrebbe rivelarsi vincente a lungo termine.
La Bce ha assicurato, infatti, che dal prossimo mese aggiornerà eventuali altre strette monetarie alla fase calante dell’inflazione; diversi analisti prevedono inoltre un calo degli Euribor a partire da inizio 2024, che entro il 2025 potrebbe scendere sotto il 2,5% dal picco del 3,4% che toccherebbe invece a fine 2023. Non esiste una regola valida per tutte le tasche e tutti gli affari, ma un buon compromesso potrebbe essere partire col fisso ed effettuare una surroga a tasso variabile se e quando le cose miglioreranno, sempre che intanto le banche non aumentino gli spread su questa operazione. Resta naturalmente la possibilità dell’estinzione, parziale o totale: in questo caso, il vantaggio va calcolato rapportando l’interesse alle commissioni per il saldo anticipato del debito.
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