21 Aprile 2020

Osservatorio Confidi. I Confidi devono diventare Canali di Finanza non Bancaria

PLTV riporta un estratto dalla Relazione Annuale sui Confidi a cura del Comitato Torino Finanza, presentata il 21 aprile

Le soluzioni messe in campo con il D.L. 18/2020 per affrontare l’emergenza non sono certamente specializzate né sulle micro e piccole imprese (se è vero che le esposizioni garantibili sono incrementate da, 2,5 a 5 milioni di euro), né sui confidi (perché l’innalzamento generalizzato della garanzia diretta fino all’80 per cento spiazza le riassicurazioni ai confidi).

Una possibile soluzione al feroce razionamento del credito che temiamo per le mPI è dare attuazione a un suggerimento che traiamo dalle conclusioni di uno studio che così riassumiamo: lo scenario suggerisce che le misure di policy a sostegno dell’accesso ai finanziamenti per le imprese di minori dimensioni possano essere particolarmente utili durante e dopo una recessione, visto che la loro capacità di sfruttare fonti alternative di finanziamento è piuttosto limitata. Ma oltre agli strumenti che affrontano direttamente la difficoltà di ottenere prestiti bancari, come i sistemi di garanzie pubbliche, potrebbe essere importante sviluppare canali di finanziamento non bancari, attraverso strumenti sia di debito sia di capitale funzionali a sostenere la crescita economica. In altre parole, riteniamo sia giunto il momento per rompere gli indugi e rendere i confidi un canale alternativo di finanza (di piccolo importo) non bancaria e, al contempo, di una serie di servizi complementari, utili anche a ridurre l’asimmetria informativa.

Con una analisi SWOT si è fatta luce sui seguenti punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce:

Punti di forza

  • I confidi detengono un vantaggio informativo rispetto alle banche nello speci- fico segmento delle mPI.
  • I confidi, per una questione legata alla contrattazione collettiva hanno un van- taggio sul costo del personale rispetto alle banche e possono ancora svolgere l’attività di raccolta delle informazioni, tipica del relationship lending.
  • I confidi hanno ancora una buona dotazione di patrimonio proprio. I vigilati dispongono di Fondi propri liberi per 650 milioni di euro e di attività liquide nette per 1,3 miliardi di euro.
  • I confidi maggiori stanno sperimentando attività diverse da quella di garanzia e, in particolare, quella di prestito diretto.
  • I confidi hanno un elevato livello di accountability grazie agli schemi di bilan-cio adottati dalla Banca d’Italia nel 2016, prima per i confidi minori e poiper un rilevante update dello schema dei maggiori.
  • Tutti i confidi sono vigilati da autorità indipendenti (Banca d’Italia e Organismo Confidi Minori ex art. 112 bis del TUB).

Punti di debolezza

  • Il vantaggio informativo dei confidi è depotenziato dall’assenza di uno stan- dard della tassonomia e dei formati delle informazioni raccolte nei database dei confidi.
  • Non tutti i confidi dispongono già del know-how e del personale qualificato necessari per espandere la propria attività.

Opportunità

  • I confidi, grazie a una iniziativa attuabile dal Ministero dello Sviluppo Econo- mico, potrebbero dotarsi di uno standard (tassonomia e formato) per meglio connettersi col sistema bancario. Ci riferiamo alla piattaforma standardizzata del fido e della garanzia digitale prevista dal Programma Operativo Nazionale Imprese e Competitività 2014-2020.
  • La relazione tra molti confidi e le associazioni imprenditoriali può essere una risorsa sotto diversi punti di vista, dall’avvio della relazione commerciale im- presa-confidi alla riduzione delle asimmetrie informative in chiave digitale.
  • In questo momento il “dimagrimento” del sistema bancario rende agevole reclutare nei confidi personale molto qualificato in materia di credito.
  • I confidi non fanno raccolta, per fare prestiti essi devono avere solide part- nership con le banche e /o con Enti Pubblici. Proprio per questa ragione, la erogazione di credito diretto (a differenza di quello delle banche che fanno raccolta e prestano risorse operando accantonamenti sulle risorse proprie) è un’attività a bassa leva, la qual cosa attenua di molto il rischio di default dell’intermediario.

I prestiti erogati dai confidi possono giovarsi della garanzia diretta del Fondo di Garanzia per le PMI. In effetti alcuni confidi si avvalgono già da tempo di questa possibilità, che mitiga di molto i rischi sottostanti.

Minacce

  • Il tempo. Abbiamo dato evidenza del fatto che i confidi hanno davanti a sé un futuro breve perché sono in autoconsunzione.
  • La crisi Covid-19. La nostra aspettativa, alla luce dell’esperienza degli ultimi anni, è che assisteremo a un’intensificazione sia della riduzione dei flussi ero- gati alle micro piccole imprese, sia del razionamento del credito. A meno che – come ci auguriamo – il policy maker sottragga i confidi a questo destino per renderli strumento al passo coi tempi nella lotta al razionamento del credito delle mPI, analogamente a quanto ha fatto per gli Operatori del microcredito con il D.L. 18/2020 che ha quasi raddoppiato la soglia delle operazioni ammissibili e istituito la garanzia pubblica sulla provvista loro fornita dai soggetti finanziatori.

 

segui anche il webcast dedicato al Credito alle Micro e Piccole Imprese nell’Era del Covid-19 del 23 aprile. Clicca qui

 

 

 

 

 

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