di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Una famiglia su tre è disposta a indebitarsi pur di non rinunciare alle vacanze, forse anche per questo hanno risparmiato durante i saldi estivi; ma alla fine solo una su 6, il 15%, accenderà davvero un prestito per partire.
Il 70% del credito arriverà da banche e finanziarie e istituti di credito, a un tasso di interesse tra 7,82 e 8,50% (molte agenzie di viaggio convenzionate li offrono come soluzione direttamente all’interno del pacchetto). Il restante 30% verrà invece richiesto cash ad amici e parenti. Le stime preliminari sono di Susini Group StP, in attesa che a fine della stagione si tirino le somme ufficiali del business in questa estate 2023. Secondo lo studio la spesa per le vacanze estive inciderà in media sul 6,25% delle entrate di un nucleo familiare. L’esborso complessivo, che fino a un paio di mesi fa le diverse ricerche sul caro-vacanze davano attorno ai 1.200 euro a testa, adesso è almeno raddoppiato frenando il turismo interno e le ottimistiche proiezioni che, sempre fino a un paio di mesi fa, prevedevano un’estate con incassi record. Report su rincari di resort, hotel, b&b (più trasporti e servizi aggiuntivi) non mancano. Non è facile invece reperire stime certe sul mercato del credito operativo nel segmento, a causa della sempre maggiore propensione degli italiani a non dichiarare lo scopo del finanziamento – tanto più per un bene che potrebbe apparire “frivolo” come un viaggio o un soggiorno in una struttura ricettiva – e a far passare quindi il prestito per le ferie con la necessità di una generica liquidità personale, anziché finalizzato a uno scopo determinato.
Secondo uno studio CES la percentuale di chi sottoscrive un prestito per le ferie sarebbe cresciuta addirittura di oltre l’83% in un anno. Altrimenti, non si spiegherebbe come varrebbe poco più del 4% di tutte le richieste di credito. Per Kruk Italia, invece, sarebbe passata dal 9 al 15%. Facile.it e Prestiti.it contano un +3% annuo di richieste (e +22% nel Tan) sottolineando come, grazie ai tempi di erogazione ormai azzerati da internet, anche chi opta per partenze last minute possa essere finanziato all’ultimo momento. Pur nelle macroscopiche differenze, il dato comune è che il business – trascinato dai rincari – è in crescita. Le associazioni di consumatori rilevano come siano soprattutto i giovani, in particolare la fascia degli under 26, i clienti più interessati a un prestito per andare in vacanza, ovvero il target che meno potrebbe permetterselo.
Che il trend fosse in ascesa era già emerso nei precedenti “ponti” festivi, a cominciare da quello primaverile di Pasqua: ad aprile scorso i comparatori online collocavano mediamente la somma desiderata per le vacanze a 7.500 euro, per una durata stabile di 5,38 anni; a giugno 2023 il 32% di chi ha acceso un prestito personale l’ha fatto con questa motivazione, chiedendo 7.631 euro. Contando che, per quanto in crescita, il segmento è ancora di nicchia (il 2% di tutti i prestiti personali) c’è un’interessante fetta di mercato da aggredire: togliendo il terzo di visitatori stranieri, è previsto che in tutto l’anno l’oltre 80% di famiglie nostrane che faranno almeno un viaggio movimenterà più di 200 milioni in trasferte brevi e lunghe, sul territorio nazionale e all’estero, la maggior parte delle quali proprio in questo mese di agosto. Una delle ultime trovate fintech è l’earned wage access, ossia l’accesso al salario già guadagnato prima che venga versato sul conto corrente del lavoratore. Una scelta “spregiudicata” adatta al pubblico giovane?
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