27 Novembre 2023

Violenza sulle Donne, Aumentano le Domande di “Microcredito di Libertà”

Aumentano le donne vittime di violenza che chiedono all’Ente nazionale per il Microcredito l’accesso al progetto imprenditoriale del “microcredito di libertà”, che consiste in un prestito a tasso zero garantito dallo Stato per l’80% e per la restante parte da intermediari creditizi.

Il progetto istituito dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri – in collaborazione con Abi, Federcasse e Caritas – consente alle vittime di violenza di avviare un’attività con cui affrancarsi dalla dipendenza economica: il primo finanziamento da 40mila euro (e una seconda tranche da 10mila è in arrivo) è stato erogato da Fidimed, il confidi nazionale con base in Sicilia che per primo ha aderito al programma che promuove l’inclusione sociale e finanziaria, quanto mai urgente in Italia dove femminicidi, stupri e abusi di genere stanno vivendo una sconcertante deriva.

Sono una donna vittima di violenza di genere – dice la signora, coperta da anonimato -, iscritta ad un centro antiviolenza da diversi anni che mi ha messo in contatto con Fidimed: qui, grazie a tutto lo staff, sono riuscita a ottenere un finanziamento a tasso zero per aprire l’attività dei miei sogni, che mi permetterà di essere finalmente indipendente per mantenere me e i miei figli. Il profondo senso umano e di solidarietà” incontrato nei professionisti del settore, sono “fattori essenziali per potere superare le problematiche generate dalla violenza di genere e dai conseguenti troppo frequenti femminicidi che purtroppo si verificano“.
I dati sono riservati per tutelare l’incolumità delle richiedenti ma altri progetti sono attualmente in istruttoria da parte dei tutor, e verranno valutati terminato il percorso di affiancamento. Il finanziamento fino a 50mila euro può essere utilizzato per acquistare beni, attrezzature, materie prime, servizi e per pagare stipendi e corsi di formazione professionale. Per accedervi le donne devono fare domanda a un Centro antiviolenza o Casa rifugio riconosciuto dalla loro Regione di residenza, che la trasmettono all’Ente nazionale per il microcredito, che a sua volta metterà in moto la pratica per il riconoscimento del contributo.

Orgoglio e speranza” esprime l’amministratore delegato di Fidimed, Fabio Montesano, per il fatto che sia stato “un confidi siciliano, terra particolarmente esposta al fenomeno, a erogare il primo ‘microcredito di libertà’ e a farlo in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Siamo particolarmente turbati dalle recenti tragiche notizie e siamo quindi felici di restituire a una donna, che ha sulle spalle un passato di terribili e inaccettabili violenze, la possibilità di riscattarsi e crearsi una nuova vita“.
La misura contrasta soprattutto il “controllo economico esercitato sull’autonomia di una persona – sottolinea Marco Paoluzi, responsabile coordinatore dell’area Credito e Banche dell’Ente -, al fine di renderla completamente dipendente dal soggetto violento, come accade quando un uomo impedisce alla donna di lavorare, gestire il proprio denaro o la costringe a sottoscrivere impegni economici“. Un’occasione di emancipazione e affrancamento, dunque, che guarda ben oltre il mero assistenzialismo e facilita cittadine “che non troverebbero facilmente accesso al tradizionale credito bancario“.

Primo Microcredito di Libertà concesso in Italia con Fidimed, Marco Paoluzi (ENM): “Dall’Assistenza alla Costruzione dell’Autonomia”

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