31 Maggio 2024

Banca d’Italia su Indebitamento delle Famiglie: Rapporto fra Debiti Finanziari e Reddito Disponibile il più Basso dal 2009

PLTV riporta un breve estratto da Relazione Annuale di Banca d’Italia 2023

Nel 2023 la crescita del debito delle famiglie consumatrici verso banche e società finanziarie si è pressoché arrestata,  la spesa per gli interessi e per il rimborso del capitale è scesa al 9,5 % del reddito disponibile (10,3% alla fine del 2022), in particolare per effetto della crescita di quest’ultimo.

Il rapporto tra debiti finanziari delle famiglie e reddito disponibile è diminuito al 58,6%, il valore minimo dal 2009 e molto più basso rispetto ai principali paesi dell’area dell’Euro. Secondo i dati dell’Indagine congiunturale sulle famiglie italiane (ICF), alla fine dell’anno circa tre famiglie su dieci erano indebitate.

Lo scorso anno la crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni si è andata gradualmente attenuando e si è arrestata a dicembre. Le nuove erogazioni sono scese in misura marcata (a 41 miliardi, da 55 nel 2022).

Secondo gli intermediari italiani che partecipano all’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey, BLS), la domanda ha risentito non solo del brusco rialzo dei tassi di interesse su valori elevati, ma anche del calo della fiducia delle famiglie e delle deboli prospettive del mercato immobiliare. Il calo delle nuove erogazioni ha riguardato tutte le classi di età dei mutuatari, ad eccezione di quella composta dai prenditori con almeno 55 anni.

Le erogazioni di mutui continuano a essere prevalentemente a tasso fisso, in virtù del più basso costo iniziale di questa tipologia di finanziamenti (3,6% a marzo del 2024, rispetto a 4,9 per i mutui a tasso variabile).

Alla fine dello scorso anno la quota di mutui a tasso variabile sul totale dei contratti in essere per le famiglie consumatrici era di circa un terzo, il minimo da quando i dati sono rilevati. Questo ha contribuito a contenere l’incremento dei ritardi nel pagamento dei mutui a tasso variabile, nonostante gli accresciuti tassi di interesse. La sostenibilità del servizio dei mutui a tasso variabile).

Lo scorso anno le rinegoziazioni e le surroghe sono tornate ad aumentare in misura sostenuta.

Secondo i dati della Rilevazione analitica dei tassi di interesse attivi, i finanziamenti surrogati e rinegoziati sono stati per circa il 63% a tasso fisso, riflettendo gli oneri più contenuti dei nuovi contratti di questo tipo. I dati delle segnalazioni di vigilanza indicano che surroghe, rinegoziazioni e sostituzioni11 rappresentavano alla fine del 2023 il 4,5% delle consistenze dei mutui immobiliari, dal 2,0 di un anno prima.

Il credito al consumo ha continuato a crescere (5,5% alla fine dello scorso anno), sostenuto dall’aumento dei prestiti finalizzati, in particolare di quelli per l’acquisto di automezzi. L’espansione è avvenuta nonostante il significativo rialzo del costo complessivo dei nuovi finanziamenti (al 10,2 per cento a dicembre, un punto percentuale in più rispetto a un anno prima).

La differenza tra il costo del credito al consumo in Italia e quello medio dell’area dell’euro rimane elevata (1,8%), sebbene abbia registrato nell’anno una diminuzione di circa 20 punti base.

L’aumento del credito al consumo è proseguito anche nel primo trimestre del 2024, benché a ritmi lievemente più contenuti, riflettendo il miglioramento del clima di fiducia delle famiglie…

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