da Relazione Banca d’Italia
…Il miglioramento del quadro macroeconomico, insieme alle misure di sostegno varate dal Governo in risposta alla pandemia, si è riflesso positivamente sui bilanci bancari nel 2021.
In prospettiva, la graduale conclusione degli interventi pubblici di supporto e soprattutto gli sviluppi della guerra in Ucraina costituiscono rilevanti fonti di incertezza per la redditività e per la qualità degli attivi degli intermediari creditizi.
I prestiti bancari hanno fortemente rallentato per effetto della minore domanda di finanziamenti da parte delle imprese, connessa con l’elevata liquidità accumulata e con l’aumento dei flussi di cassa associati alla ripresa economica.
I prestiti alle famiglie hanno invece accelerato, trainati dalla crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni, mentre la dinamica del credito al consumo è rimasta debole.
Le banche hanno confermato politiche di offerta nel complesso distese, pur riportando un lieve inasprimento nei primi mesi dell’anno in corso; per il secondo trimestre segnalano attese di un ulteriore irrigidimento anche per l’impatto del conflitto sul merito di credito della clientela.
Il flusso di nuovi prestiti deteriorati in rapporto al totale di quelli in bonis è rimasto contenuto e il volume delle cessioni si è mantenuto elevato. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti si è portata su un livello inferiore a quello osservato prima dell’avvio della crisi finanziaria globale e pressoché in linea con la media dei principali paesi dell’area dell’euro.
L’ammontare di titoli pubblici italiani in portafoglio è diminuito; nei primi mesi del 2022, con l’incremento dei premi per il rischio, le banche sono tornate a effettuare acquisti netti di titoli di Stato.
La raccolta complessiva ha continuato a espandersi, a ritmi tuttavia inferiori rispetto al 2020. La crescita dei depositi si è ridotta di oltre un terzo. Le passività verso l’Eurosistema hanno rallentato, anche in seguito al rimborso dei fondi precedentemente ottenuti mediante operazioni di rifinanziamento.
La redditività delle banche è cresciuta, tornando sui livelli degli anni precedenti l’emergenza sanitaria, principalmente per la riduzione del flusso delle rettifiche di valore sui prestiti che era stato molto elevato nel 2020. I ricavi sono aumentati grazie all’andamento positivo delle commissioni, mentre il margine di interesse è appena diminuito. Il livello di patrimonializzazione è lievemente sceso, soprattutto per le operazioni straordinarie di distribuzione di dividendi e riacquisto di azioni proprie da parte dei due maggiori gruppi bancari, varate al venire meno della raccomandazione delle autorità di vigilanza sulla limitazione della distribuzione di capitale.
Alla fine dell’anno l’esposizione diretta del sistema finanziario italiano verso gli emittenti residenti nei paesi coinvolti nel conflitto o interessati dalle sanzioni economiche (Russia, Bielorussia e Ucraina) era contenuta e concentrata presso i due gruppi bancari maggiori…