Rincari energetici, stretta monetaria, tasso inflattivo, fiducia sotto i livelli Covid: la Spagna non è esente dalle voci di “spesa” e da rischio recessione che affliggono gli altri Paesi Ue, a cominciare da Germania e Italia.
L’ultimo report dell’EY European Bank Lending Economic Forecast nota che la forza della domanda interna e del turismo hanno contribuito all’aumento del Pil iberico di un modesto 0,2% nel terzo trimestre, in significativo rallentamento rispetto all’1,5% del secondo, avviandosi rapidamente verso il segno meno a inizio 2023. A ottobre la riduzione dell’Iva sul gas dal 21% al 5% ha contribuito a far scendere ancora l’inflazione al 7,3% dall’8,9% del mese precedente. EY prevede la crescita del Pil al 4,5% quest’anno, per frenare allo 0,8% nel 2023: un dato comunque superiore alle altre tre grandi economie Ue analizzate nel report.
I prestiti bancari totali al settore privato sono aumentati solo dello 0,3% annuo nel primo trimestre, dell’1% nel secondo e dell’1,9% nel terzo. Nel 2023 è previsto un calo dell’1,3%. Anche la crescita dei mutui è stata di poco superiore all’1% in ciascuno dei primi tre trimestri del 2022; a differenza dei prezzi delle case, cresciuti di oltre il 5%. Da notare che ben il 90% dei cittadini spagnoli ha un mutuo a tasso variabile. Dopo una crescita data quest’anno allo 0,6%, nel prossimo il credito ipotecario scenderà esattamente dello 0,6%.
I prestiti non garantiti hanno conosciuto un lieve aumento dell’1,3% annuo nel terzo trimestre, lontano dalle medie prossime al 10% toccate nei cinque anni fino al 2019. La diminuzione della disoccupazione, comunque ancora al 12,4%, non basterà neanche in Spagna a mitigare gli effetti di sfiducia, tassi e caro vita: il credito al consumo è dato in calo dello 0,6% quest’anno e di un altro 1,1% nel 2023 prima di vedere, nel 2024, un ritorno alla crescita.
Le garanzie pubbliche hanno rallentato i prestiti alle imprese, scesi dello 0,9% nel primo trimestre, per recuperare un +1,4% e +2,9% nei successivi due. Nel 2023 dovrebbero diminuire del 2% va però detto che, anche in questo comparto, i numeri rappresentano comunque un successo rispetto al periodo di depressione attraversato dalla Spagna a partire dal 2010.
Bonus e moratorie in scadenza, e tassi di interesse, si faranno sentire anche sulla penisola iberica, tuttavia famiglie e imprese hanno ridotto l’insolvenza e – come le Big dell’Eurozona – anche in Spagna cala il rapporto tra crediti deteriorati e debito lordo: al 2,76% nel secondo trimestre 2022, dal picco record dell’8,83% raggiunto dall’inizio delle rilevazioni nel 2014. Nonostante i vari accordi tra esecutivo e istituti di credito all’orizzonte, EY prevede comunque un aumento al 4,5% nel 2024 e al 5,1% nel 2024.
Ma – guerra ucraina permettendo – come per i grandi “partner” Ue, nel 2024 ci sarà un ritorno di tutte le forme di prestito. Un +2% totale di crescita, diviso tra: 1% di mutui, 2,6% di credito al consumo e 2,8% di prestiti alle imprese. E nel 2025, un ulteriore + 3,4% complessivo.