Un palliativo a seguito delle numerose pressioni ricevute, ma anche uno “sconto” per i nuovi eventuali soci.
Così può essere letta l’iniezione di 100 milioni di euro a fondo perduto da parte del proprietario Cinven in Eurovita, a cui ne occorrerebbero in tutto circa 400 per risanare il proprio indice di solvibilità. I calcoli per individuare le effettive necessità di mezzi freschi della controllata sono ancora in corso ma la mossa del private equity serve a dare un po’ di fiato al gruppo assicurativo, in attesa di un piano di riassetto che ne rilanci gestione finanziaria e strategia industriale; e a inviare nel frattempo un messaggio ai futuri investitori a cui il commissario Alessandro Santoliquido sta dando la caccia da ormai quasi un mese: la buona volontà, per evitare la liquidazione della società, c’è.
Cinven comunica infatti che “sta lavorando da tempo con il team di gestione per trovare una soluzione a lungo termine alla base di capitale della compagnia, a beneficio dell’azienda e dei suoi stakeholder”. Come già spiegato su PLTV, il buco di Eurovita nasce da un asset allocation incoerente con il mutato contesto economico: con la brusca impennata dei tassi di interesse, infatti, gli oltre 6 miliardi di titoli governativi stranieri in portafoglio si sono tramutati da garanzia in boomerang per la Solvency. Da qui la difficoltà di reperire un riassicuratore che tamponi gli effetti della possibile corsa dei clienti al riscatto delle gestioni separate, come aveva provato a fare a gennaio JC Flowers insieme a Munich Re. Da allora, purtroppo, le condizioni di mercato non sono cambiate granché.