PLTV riporta il commento del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando lo studio della Federazione autonoma bancari italiani sui tassi praticati dalle banche alla clientela.
Lo scorso 14 settembre è stato deliberato l’ultimo aumento del costo dl denaro, pari a un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 4,25% al 4,5%.
Dopo 10 rialzi consecutivi, nelle successive riunioni di fine 2023 e di inizio 2024, la BCE ha lasciato i tassi fermi, lasciando ipotizzare che nella riunione del 6 giugno possa essere avviata l’auspicata una riduzione. L’impatto sui mutui è stato comunque assai rilevante.
Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.
Per quanto riguarda i mutui erogati lo scorso anno, le rate di quelli a tasso fisso erano di fatto raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile è salito del 60-70% o anche oltre.
Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78%.
Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile e costoso per i mutui, il peggiore dal 2009. Cosa attendersi adesso?
…”Dopo il momento dei grandi rialzi dei tassi di interesse e, in attesa della riduzione dei tassi nei prossimi mesi, le banche hanno capito che è giunto il momento di mettere un freno alle difficoltà di famiglie e imprese che si trovano ancora a pagare il prezzo di una politica monetaria restrittiva.
Per molti, l’insostenibilità delle rate è già durata troppo e, in questa fase di transizione, anticipare le mosse della BCE riduce i danni per la clientela e non può che aiutare a migliorare la qualità del credito del settore. In attesa di soluzioni efficaci e durature da parte di chi governa a Francoforte, la priorità è dare un segnale forte ai soggetti che si trovano in maggiori difficoltà economiche e ai giovani e con la riduzione dei tassi, riaffiora – in qualche modo – anche la funzione sociale del settore.
Siamo, quindi, nella fase di transizione: in attesa del primo taglio del costo del denaro, che la BCE dovrebbe decidere a giorni, le banche stanno dunque migliorando le condizioni su prestiti e mutui alle famiglie.
La media dei tassi di interesse è già sensibilmente calata rispetto a fine 2023 e questo comporta importanti vantaggi per tutte quelle persone che vogliono comprare casa.
Come sempre, le banche anticipano le decisioni di politica monetaria: lo fanno quando il tasso base sale, stesso discorso quando una riduzione è prossima.
È opportuno sottolineare che non torneremo più ai tassi zero cioè a quella fase, per certi versi anomala, che è durata 10 anni in cui le condizioni per l’accesso al credito erano particolarmente favorevoli.
Nei prossimi 18-24 mesi la BCE verosimilmente ridurrà drasticamente il costo del denaro, sperando che l’inflazione resti ai livelli bassi di oggi, per arrivare attorno al 2%: quello è il livello sostanzialmente ottimale a cui dobbiamo abituarci…».
report completo
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