di Piergiorgio Giuliani, vicedirettore
Nella prima parte di questo articolo abbiamo definito cosa si intende per Intelligenza Artificiale e le caratteristiche dell’Intelligenza Artificiale Limitata o Debole. Continuiamo e terminiamo con le altre due forme di Intelligenza Artificiale, più evolute.
L’Intelligenza Generale Artificiale (AGI), nota anche come IA forte o IA profonda, è il concetto di una macchina con intelligenza generale che imita l’intelligenza e i comportamenti umani, dotata della capacità di apprendere e applicare la sua intelligenza per risolvere qualsiasi tipo di problema. L’AGI è dotato di capacità che in alcune situazioni lo rendono praticamente come un essere umano. Attualmente, i ricercatori e gli scienziati dell’IA non hanno ancora raggiunto un livello di IA forte. Le macchine dovrebbero essere in grado di portare l’apprendimento esperienziale a un livello più alto, non solo migliorando l’efficienza su compiti specifici, ma acquisendo la capacità di applicare la conoscenza esperienziale a una vasta gamma di problemi differenti.
L’IA forte si basa su un quadro teorico chiamato “teoria della mente”, che si riferisce alla capacità di comprendere i bisogni, le emozioni, le convinzioni e i processi di pensiero di altri enti intelligenti. La teoria della mente nell’intelligenza artificiale non riguarda la semplice replicazione o simulazione, ma l’addestramento delle macchine a comprendere veramente gli esseri umani. La mancanza di una conoscenza completa sulla funzionalità del cervello umano rende difficile per i ricercatori replicare le funzioni di base della vista e del movimento. Un esempio di tentativo per raggiungere l’IA forte è rappresentato dal supercomputer K costruito da Fujitsu nel 2011, che riusciva a raggiungere i 10 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Tuttavia, considerando che ci sono voluti 40 minuti per simulare un solo secondo di attività neurale, è difficile determinare se l’IA forte sarà raggiunta nel nostro prossimo futuro, anche se oggi uno dei più veloci computer al mondo è a Bologna al Cineca e raggiunge i 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo.
L’ipotetica Super Intelligenza Artificiale (ASI) rappresenta un livello di intelligenza al di là della semplice imitazione o comprensione dell’intelligenza e del comportamento umano; l’ASI è caratterizzata dal fatto che le macchine acquisiscono consapevolezza di sé e superano la capacità di intelligenza e abilità umana. L’idea di una Super Intelligenza Artificiale implica che l’IA evolve fino a diventare così simile alle emozioni e alle esperienze umane da non solo comprenderle, ma anche provare emozioni, desideri, bisogni e convinzioni proprie. Il potenziale di avere a disposizione macchine così potenti può sembrare affascinante, ma allo stesso tempo il concetto ha una serie di conseguenze sconosciute. Se macchine super intelligenti acquisissero consapevolezza di sé, potrebbero sviluppare idee come l’autoconservazione. L’impatto di questa evoluzione sulla sopravvivenza e sul modo di vivere dell’umanità rimane ancora incerto e soggetto a pura speculazione e pone vari elementi di riflessione in ambito etico ed evolutivo dell’Umanità. Inoltre in un contesto digitale che si evolve con rapidità vertiginosa, la sicurezza informatica è diventata più che mai una priorità assoluta.
Morris II, il primo worm progettato per prendere di mira le piattaforme basate sull’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) come ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google, segna un’epoca di nuove sfide e opportunità nel campo della sicurezza informatica. Il worm Morris II, come descritto dagli studiosi Ben Nassi (Cornell Tech), Stav Cohen (Israel Institute of Technology) e Ron Bitton (Intuit), rappresenta un salto qualitativo nel panorama dei malware. Attraverso prompt ingannevoli, è in grado di auto-replicarsi all’interno degli ecosistemi GenAI, diffondendo informazioni false, accedendo a dati sensibili e compromettendo la sicurezza dei sistemi senza alcun bisogno di interazione diretta dell’utente: in sintesi di falsare i risultati dell’attività di Intelligenza Artificiale.
Infine, quando avremo creato la Super Intelligenza Artificiale, come potremo controllarla? Per i cultori della fantascienza, ci viene in aiuto Isaac Asimov che declinò nel 1942 tre leggi a cui i robot intelligenti dovevano sottostare:
Alla prossima.
Facciamo chiarezza sull’Intelligenza Artificiale (Prima parte)