di Fabio Picciolini, esperto consumerista
Il Decreto Legge n. 19 del 2 marzo 2024 prevede l’accesso del cittadino, iscritto all’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), che chiede l’identificazione informatica, a una piattaforma dei servizi in rete erogati dalle PP.AA: in tale ambito, per rafforzare l’interoperabilità delle banche dati pubbliche e favorire la diffusione e l’utilizzo dei servizi in rete, il Decreto istituisce il Sistema di portafoglio digitale italiano, detto IT Wallet.
L’IT Wallet, a cui ha lavorato il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, sarà un sistema di identità digitale utilizzabile per autenticarsi sul web e fruire dei servizi online delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti privati accreditati, in cui contenere documenti ora cartacei: carta di identità, patente, tessera sanitaria, carta europea della disabilità, tessera elettorale, strumenti di pagamento).
Con l’IT Wallet enti, istituzioni e privati, potranno verificare i dati collegandosi a una piattaforma gestita dal Poligrafico dello Stato, ferma restando la responsabilità del titolare del trattamento. Il Poligrafico provvederà a progettazione, realizzazione, implementazione e gestione dell’infrastruttura tecnologica dei sistemi di rilascio, certificazione e verifica delle attestazioni elettroniche di identità digitale nonché quelle relative a prerogative, licenze o qualità delle banche dati pubbliche e dei registri fiduciari per l’accreditamento dei soggetti partecipanti. L’IT Wallet avrà due versioni: una pubblica e gratuita, a cui si potrà accedere attraverso l’app IO, che dovrà garantire l’accesso ai servi a tutti i cittadini; e una privata, a pagamento, per le aziende private. Entro il primo maggio 2024 saranno emanate le linee guida che fisseranno: caratteristiche tecniche; modalità di accreditamento; servizi resi dalle PP.AA. e da fornitori privati; standard tecnici interoperabilità. Un decreto del Presidente del Consiglio definirà la data di disponibilità dell’IT Wallet pubblico, i compiti e le funzioni delle società che lo emetteranno l’IT Wallet, tipologia di offerta e costo. Entro settembre sull’App IO, accessibile attraverso SPID o CIE, potranno essere caricati i documenti – inizialmente solo con uso off line – che avranno pieno valore legale, sia per l’utilizzo fisico che per quello telematico, e godranno di una maggiore sicurezza contro i furti e in caso di smarrimento. Nel frattempo saranno disponibili le versioni digitali di tessera sanitaria, patente di guida e carta europea della disabilità: se un ente vorrà verificarli, potrà farlo collegandosi all’apposita piattaforma. La normativa prevede il rilascio di massimo due deleghe a soggetti terzi, in particolare per chi non ha dimestichezza con gli strumenti tecnologici.
In Europa si lavora intanto all’emissione, a partire dal 2026, dello European Digital Idenity Wallet per tutti i cittadini europei e per la piena interoperabilità tra Paesi Ue, quale mezzo di identificazione elettronica per l’accesso a servizi pubblici e privati, anche in uno stato diverso purché membro dell’Unione secondo il principio Cross Border Reliance. Nell’EUDI Wallet potranno essere inseriti gli “attributi verificabili”, qualificati o meno (passaporto, certificato di nascita, firma elettronica, diploma di laurea e in prospettiva i pagamenti) attraverso cui l’utente avrà il completo controllo dei propri dati e la possibilità di scegliere quali attributi della propria identità digitale condividere con terze parti per l’accesso ai servizi. Il Regolamento Eidas 2, in via di emanazione, prevede che ogni Stato debba offrire ai propri cittadini almeno una soluzione gratuita dell’European Digital Identity Wallet. Oltre all’identificazione elettronica, sarà possibile inoltre gestire e condividere attestazioni di firma elettronica: opzione non contemplata attualmente dall’IT Wallet. Infine dovrà essere definito a livello comunitario chi e quanti saranno i gestori, che dovranno possedere un’interfaccia comune per tutti gli utenti nell’autenticazione per la fruizione dei servizi.
In conclusione, l’identità digitale è parte integrante della più ampia “cittadinanza digitale”, che consentirà ai cittadini di interagire e partecipare alla vita sociale e economica attraverso strumenti digitali con maggiore utilità e sicurezza.
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