14 Ottobre 2022

Ricerca Unisalute: Italiani un popolo di Santi, Poeti, Navigatori e Depressi?

Secondo i risultati di una ricerca appena pubblicata da UniSalute, il 34% degli italiani dichiara di sentirsi stressato spesso o addirittura ogni giorno.

La popolazione italiana sta invecchiando, le malattie croniche stanno aumentando ogni giorno e ci sono ancora migliaia di prestazioni sanitarie che devono essere recuperate dai tempi della pandemia.

In questo scenario ci apprestiamo a un triennio dove, secondo la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, la crescita complessiva della spesa sanitaria di 736 milioni rispetto alle previsioni del Def, non sarà sufficiente neanche a compensare l’inflazione e il rincaro delle spese per l’energia che ci accompagnerà per almeno tutto il prossimo anno. In attesa di sapere come intenderà muoversi il nuovo governo, ci sono numero che fanno paura, altri che meritano alcune riflessioni.

A fare paura è l’allarme lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri: “Ogni giorno un adolescente o pre adolescente tenta il suicidio, in due anni un incremento del 75%”, che rimarca il fortissimo disagio scatenato da pandemia, lockdown, misure restrittive e distanziamento.

Il numero di consulenze neuropsichiatriche per stati depressivi o ansiosi, tra i giovani, è aumentato di 11 volte. Non a caso, sono soprattutto i giovani ad aver fatto richiesta del Bonus psicologo: su 300mila richieste, oltre il 60%, pari a 180mila domande, proviene da cittadini sotto i 35 anni.

Molto spesso nel nostro Paese mancano i servizi e del resto la spesa pubblica sanitaria destinata alla salute mentale è pari al 3,5%, rispetto a una media europea del 10%, con la Francia. Insomma, la raccomandazione dell’OMS di rendere la salute mentale una priorità è ben lontana dall’essere raggiunta nel nostro Paese.

Lo stress è una condizione sempre più diffusa nel mondo contemporaneo, tanto che l’OMS lo ha definito come “Male del XXI secolo” e la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione.

Dallo studio di UniSalute è emerso come oltre un italiano su quattro (26%) si sente spesso stressato e il 9% del addirittura ogni giorno, per un totale di circa un italiano su tre (34%) che vive lo stress come una condizione cronica.

Due italiani su tre (67%) hanno avuto almeno qualche volta problemi con il sonno, e quasi uno su quattro (23%) afferma di provare spesso ansia o eccessiva apprensione. Guardando alla fascia di popolazione più anziana, fonte di disagio è anche la solitudine, di cui soffre spesso o almeno qualche volta più di un over 60 su due (52%). In generale, il 42% degli italiani non è di buon umore, dichiarando di avere molti alti e bassi o di essere giù di morale la maggior parte del tempo.

Ma quali sono i fattori che scatenano maggiormente stress e apprensione?

In cima alle preoccupazioni degli italiani ci sono la situazione economica familiare e l’aumento dei prezzi, citati rispettivamente dal 41% e dal 40% del campione. È fonte di stress anche la gestione degli impegni familiari, indicata dal 33% degli intervistati, e di conseguenza l’equilibrio tra lavoro e vita privata (21%).

Se è vero, come si dice da più parti, che i prossimi cinque anni saranno decisivi per garantire la ripresa del servizio sanitario nazionale dopo la pandemia, secondo quelli che sono i suoi principi fondativi: l’equità, l’uguaglianza e l’universalità, è curioso constatare come, in questo momento, sia del tutto assente dal dibattito il ruolo della sanità integrativa che – tramite fondi, assicurazioni e forme di welfare aziendale – consente di completare le prestazioni erogate dal servizio pubblico, anche in un terreno delicato come quello del benessere mentale, grazie all’innovazione tecnologica che è sempre più centrale nell’ecosistema della sanità.

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