ripreso da Il Sole 24 Ore, a cura di Federica Pezzatti
Intesa Sanpaolo punta a risanare definitivamente i conti di Rbm salute, acquistata nel maggio 2020, in vista del nuovo piano d’impresa del gruppo atteso per venerdì prossimo.
La compagnia, che conta una raccolta premi 2020 intorno a 610 milioni pari al 19% del mercato delle polizze sanitarie, ha chiuso il 2021 con una perdita di 320 milioni. Di qui la scelta di un intervento deciso con la volontà di mettere l’azienda nelle condizioni di chiudere i conti con il passato. Secondo quanto risulta, l’obiettivo, in particolare, è il rafforzamento delle riserve tecniche della compagnia.
Il piano prevede l’iniezione di liquidità mediante un nuovo aumento di capitale, che si aggiunge a quello già deliberato (e di competenza 2021). Intesa non commenta, ma secondo fonti di mercato su Rbm il gruppo avrebbe adottato la stessa linea annunciata sugli Npl: sfruttare l’ultimo trimestre 2021 per i preparativi necessari a garantire la redditività in vista del nuovo piano d’impresa dal 2022. Il piano vedrà tra i motori di sviluppo proprio la divisione Insurance, dove Intesa Sanpaolo è tra i leader del mercato Vita e da cui provengono profitti significativi.
Il rafforzamento in vista, come detto concentrato sulla voce riserve tecniche, intende porsi come una nuova ricapitalizzazione nella storia di Rbm assicurazione Salute di cui, a maggio 2020, Intesa San Paolo Vita ha assunto il controllo, comprando dal gruppo RBHold, della famiglia Favretto, il 50% più un’azione (al prezzo di 325 milioni). Lo scorso 30 luglio la compagnia è stata anche multata dall’Agcm con una sanzione di cinque milioni per pratiche commerciali scorrette relative a periodi antecedenti l’acquisizione.
Intanto il 24 gennaio ha avuto luogo un avvicendamento ai vertici di Isp Rbm salute, con Alessandro Scarfò (già amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo Assicura) chiamato a presiedere il gruppo e con la nomina di Massimiliano Dalla Via ad amministratore delegato e direttore generale. Il manager (già capo operations della compagnia e dal 2006 in Isp) ha sostituito Marco Vecchietti, storico amministratore delegato di Rbm, diventata leader nel settore della salute grazie all’aggiudicazione di molte gare per la gestione di fondi sanitari integrativi contrattuali: tra le più recenti quelle di Fca e Cnh Industrial di fine 2020.
A influire negativamente sull’andamento tecnico di Isp Rbm Salute (con un rapporto sinistri premi ampiamente oltre a cento) è stata anche la pandemia che ha inciso, in particolare nel 2021, sulla richiesta di spesa sanitaria integrativa da parte dei lavoratori, anche per supplire al Ssn alle prese con l’emergenza.
Le tensioni si erano già percepite a dicembre 2021 quando Isp Rbm Salute ha rinegoziato la copertura del piano sanitario 2021-2022 di Metasalute, fondo sanitario a cui sono iscritti circa 1,2 milioni di metalmeccanici (e 600mila familiari). Il piano, che era valevole per tutto il 2022, è stato rivisto con decorrenza gennaio, inserendo franchigie e massimali, tagliando alcune prestazioni e prorogandone la durata a tutto il 2023.