redazione
Caldo torrido e temperature record.
L’Europa boccheggia e l’estate bollente non fa sconti neppure ai paesi nordici. Ma a preoccupare non è solo la colonnina del termometro, ma soprattutto l’emergenza siccità che si allarga a quasi la metà del territorio dell’Unione Europea.
La Coldiretti sostiene che il 46% delle campagne europee è devastato da forti cali dei raccolti e dal divampare degli incendi favorito dal grande caldo e dagli incendi che tanti danni stanno provocando all’ambiente e all’economia.
A soffrire maggiormente sono Spagna, Portogallo, Francia e Italia. Nel nostro Paese in particolare, gli incendi divampano dappertutto.
Secondo i dati resi noti dall’ dell’Effis, il sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi della Commissione Ue, da gennaio a oggi sono andati in fumo in Italia qualcosa come 229,30 chilometri quadrati di boschi e foreste, risultato di 204 roghi di importanti dimensioni. Parliamo di un’area equivalente alla città di Reggio Emilia, giusto per avere un’idea di cosa stiamo parlando.
Tuttavia, come vediamo in questi giorni ad andare a fuoco non sono soltanto campagne e aree boschive, ma sono numerosi gli incendi che partono da stabilimenti all’interno della cerchia urbana, depositi, aree di stoccaggio e raggiungono dimensioni di notevole ampiezza.
In questa situazione delicata c’è un dato che colpisce più di altri. Solo l’1% delle aziende italiane ha una copertura dedicata per i danni all’ambiente. È questo il motivo per cui gran parte delle imprese, dopo un incendio, si trovano scoperte per le spese di bonifica, ripristino dei danni all’ambiente e risarcimento dei terzi danneggiati.
Il problema, come ricorda il Pool Ambiente (il consorzio per l’assicurazione e la riassicurazione della responsabilità per danni all’ambiente), è che in moltissimi casi le aziende sottovalutano le conseguenze ambientali cui devono rispondere a seguito di un incendio, come le contaminazioni provocate dalle acque di spegnimento e dai fumi, i danni a terzi, la deposizione di polveri su terreni e acque, il danno ambientale per la distruzione diretta di habitat naturali, specie e aree protette a opera del fuoco. Le spese di bonifica e ripristino, così come il risarcimento dei terzi danneggiati a seguito di danno all’ambiente non sono coperti dalle polizze Incendio o RCT, ma occorre una copertura assicurativa ad hoc per i danni all’ambiente.
Secondo Tommaso Ceccon, presidente di Pool Ambiente, “è fondamentale che l’azienda sia preparata e si doti di strumenti in grado di rendere più efficace possibile la prevenzione, ad esempio ottenendo la certificazione Ambiente Protetto (PdR UNI 107:2021) e stipulando una polizza dedicata per i danni all’ambiente, come quelle offerte dalle compagnie che aderiscono al Pool Ambiente”.
E quando l’azienda non ha le risorse necessarie, a chi spettano gli oneri per la bonifica? Alle Regioni che, dovendo metter mano a risorse pubbliche intervengono quando sono a disposizione fondi sufficienti e questo non fa altro che lasciare i lavori in sospeso per anni.
Gli interventi di bonifica e ripristino non hanno un massimo predefinito né per durata né per costo e sono davvero tante le variabili in gioco nel determinare quale tecnica utilizzare e per quanto tempo. I costi possono andare da decine di migliaia di euro a diversi milioni, mentre il decorso degli interventi possono andare da qualche giorno a più di dieci anni.