Solo l’1,7% delle aziende in Europa ha stipulato una polizza sul rischio ambientale, impegnandosi così concretamente per il ripristino dei danni provocati agli ecosistemi naturali.
Lo afferma l’Uni, ente italiano di Normazione, spiegando che una possibile soluzione al crescente rischio di greenwashing arriva dall’Italia dove Pool Ambiente, consorzio di Coriassicurazione e centro d’eccellenza sui rischi ambientali, ha sviluppato la Certificazione “Ambiente Protetto” – PdR UNI 107:2021, un’innovativa attestazione sulla responsabilità ambientale delle aziende.
Si tratta di uno strumento che ha, tra gli obiettivi principali, quello di ridurre drasticamente (-73%), portandoli quasi a zero, il numero di casi di danno ambientale, spingendo le aziende, di ogni settore e dimensione, ad attuare misure di prevenzione e protezione che abbiano il miglior rapporto costi-benefici ed incoraggiandole a dotarsi di assicurazioni per la copertura contro i rischi ambientali per poterli così gestire in maniera più efficace.
La certificazione è stata presentata alla Commissione Europea da Lisa Casali, manager di Pool Ambiente nel corso di una sessione dei lavori del 27th Environmental Liability Directive Government Experts Group (ELD GEG) Meeting.
“In Europa la maggior parte delle politiche ambientali aziendali sono come alberi con radici e tronco molto fragili, spesso ignorate e sottovalutate”, ha detto Lisa Casali, manager di Pool Ambiente. “Con la nuova certificazione Ambiente Protetto puntiamo ad affermare un nuovo paradigma di sostenibilità in base al quale la prevenzione, la bonifica e il risanamento dei danni ambientali devono diventare i pilastri di ogni politica ambientale, non solo per le aziende ma anche per i governi nazionali, le autorità locali, i media e i consumatori”.
Secondo le analisi dei tecnici del Pool Ambiente, sui 1.031 casi di danno all’ambiente gestiti negli ultimi 20 anni, le cause principali dei danni all’ambiente prodotti dalla imprese riguardano principalmente la mancanza di controlli e manutenzione di impianti e attrezzature (55%), errori umani (20%) e vandalismo (7%).
Inserendo e confrontando tutti i dati all’interno del database dei sinistri si è scoperto come oltre il 73% dei casi di danno ambientale avrebbero potuto essere evitato se le aziende avessero avuto la certificazione UNI Ambiente Protetto, risparmiando ben 104 dei 140 milioni di euro spesi per riparare al danno prodotto.