Sergio Ginocchietti, docente e membro del comitato esecutivo di Cineas – il Consorzio universitario del Politecnico di Milano per l’Ingegneria nelle Assicurazioni, che si occupa di diffondere la cultura del rischio – è coordinatore di un gruppo di lavoro sulle calamità naturali che ha coinvolto tutti gli stakeholder interessati (non solo le compagnie) su un tema quanto mai scottante: quest’anno ha presentato a Montecitorio un white paper sui rischi climatici rivelatosi illuminante alla luce della subentrata obbligatorietà, per circa 6 milioni di imprese e partite Iva, di tutelarsi entro il 2024 contro i danni catastrofali.
Il problema è stato affrontato in un’ottica squisitamente tecnica di risk management: “Un contributo alla discussione che affronta tutti gli aspetti, dalla regolazione del premio all’organizzazione della rete dei periti e consulenti sul territorio, alla gestione della riassicurazione” dice Ginocchietti, intervistato per il Tv Show del Future Bancassurance Forum 2023 di Milano da Enrico Pollino di EMFgroup, la società di consulenza e ricerche di mercato che da ormai 11 anni organizza e promuove l’evento dedicato al mercato della bancassicurazione italiana.
“Una copertura obbligatoria è destinata a impattare fortemente sul sociale – spiega Ginocchietti -, ma i consumatori devono capire che è finita l’epoca dello Stato mamma“: le risorse sono agli sgoccioli, solo l’assicurazione potrà aiutarli e solo la mutualità potrà calmierarne i prezzi rendendola accessibile a tutti. “L’articolo 24 della manovra finanziaria 2024 ha finalmente tolto un tappo a questa materia” ma il testo è oggettivamente scarno e ambiguo, non definendo una miriade di aspetti tra cui la controversa “riserva dello Stato di valutare, dopo il sisma, come comportarsi con chi non si è assicurato“. Troppi i punti da chiarire con decreti attuativi, per ora neanche annunciati nonostante i tempi strettissimi per ottemperare alle disposizioni di legge e adeguare i premi ai rischi.