2 Ottobre 2023

Il Gotha della Sanità Integrativa a HIS 2023: Dove eravamo Rimasti, Dove Stiamo Andando 

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

È un mondo della sanità sotto stress quello che si affaccia all’Health Insurance Forum 2023 di EMFgroup, in programma il 3 ottobre all’Hotel Principe di Savoia di Milano.

Sotto finanziamento, carenza di personale, modelli organizzativi obsoleti, incapacità di ridurre le diseguaglianze: l’avanzata del privato nel sistema sanitario italiano è stata inevitabile nello sbriciolamento del diritto/dovere alla tutela della salute dei cittadini. Ci sono altri principi costituzionali traditi dallo Stato: liste di attesa infinte, affollamento dei pronto soccorso che si traducono in aumento della spesa privata e rinvio se non addirittura rinuncia a visite, analisi e terapie.
In Italia la spesa sanitaria pubblica pro-capite del 2022, attestandosi al 6,8% del Pil nazionale, si piazza sotto alle medie Ocse e Ue, tutte e due al 7,1%. Anche l’esborso complessivo, pari a 3.255 dollari (appena 625 in più del 2019), resta sotto entrambe le medie (3.899 e 4.128) in cui spicca invece la Germania (6.930, 10,9% del Pil). Il gap con il continente si è ampliato progressivamente dal 2010 a seguito dei tagli e si è ulteriormente esteso durante la pandemia Covid: nonostante il netto incremento, gli altri Paesi hanno investito comunque più del nostro nella salute dei loro abitanti.

Oggi lo scarto, arrivato ad ammontare a oltre 808 euro pro capite, “è diventato incolmabile – ha affermato di recente la fondazione indipendente Gimbe, diffondendo questi dati -. Contando una popolazione residente Istat di 58,8 milioni di abitanti, si traduce nella cifra monstre di 47,6 miliardi di euro“. Impietoso il confronto sul trend 2008-2022 con gli altri membri del G7, dove la crisi finanziaria non ha minimamente scalfito la spesa per la sanità: mentre all’estero addirittura impennava, sulla penisola si appiattiva lasciandoci in ultima posizione.
Sul fronte della sicurezza delle cure, secondo il volume «Risk management sanitario in Italia – Indagine su strumenti e risorse destinate alla sicurezza delle cure» – realizzato da Federsanità e Relyens, gruppo mutualistico europeo di assicurazione e gestione dei rischi in ambito sanitario – competenze e professionalità ci sono ma non vengono assunte o motivate dal Ssn; mancano investimenti nel risk management, che per oltre il 70% degli intervistati non dispone di risorse economiche sufficienti, e nella diffusione della cultura del rischio ospedaliero, auspicata dalla stessa Legge 24/2017 Gelli-Bianco come requisito per un ecosistema efficiente e sostenibile. Per un’altra recente indagine di Univadis Medscape Italia, c’è anche il problema delle scarse retribuzioni e opportunità di guadagno integrativo del personale sanitario, a fronte dei rincari dei contratti di assicurazione integrativa che il 73% dei medici dipendenti paga di tasca propria.

Questo il quadro Già a fine giugno UniSalute e My Assistance sono intervenute sull’argomento negli studi di PLTV, discutendo al Protection Lab di business transformation nei servizi salute. Tra le altre, però, due importanti ricerche sul settore sono state diffuse quest’anno dalle compagnie assicurative, dandone notizia sulla nostra testata.
Uno è il white paper pubblicato da Blue Assistance, da cui emerge che – per colmare l’enorme divario tra l’attuale offerta e una domanda degli utenti volta non più solo hic et nunc, al momento del bisogno, ma a un sostegno che preservi il proprio benessere nel tempo – non basta aumentare risorse e strutture sul territorio. Anche il potenziamento dei presidi pubblici di prossimità promesso dal Pnrr – o ricorrere a flat tax, tassando altri ambiti, per tagliare le liste d’attesa – non garantisce lo sviluppo di questa capacità di servizio nel significato profondo del termine. La Corte dei conti ha appena bocciato 7 Regioni per i bassi livelli di Lea, nonostante il grande dispendio di denaro destinato alla sanità: i fondi, anche ingenti, da soli non significano qualità. Bisogna ripensare completamente il modello di servizio, in chiave digitale. Le moderne tecnologie, applicabili alla medicina di base come alla specialistica, vanno incontro – ad esempio con la telemedicina, equilibrato compromesso tra fisico e digitale, tra presenza e remoto – proprio a questo nuovo concetto di prevenzione, oltre che di cura, che ha oggi il cliente. E che diventa assistenza.

Molti elementi della ricerca di Blue Assistance – la rinuncia a prestazioni sanitarie, specie tra i più giovani; l’apprezzamento della personalizzazione e della continuità della presa in carico; la qualità della relazione col professionista; il crescente welfare aziendale, che ha allargato la copertura integrativa aprendo bacini di utenza ai fornitori di servizi – si ritrovano anche nell’approfondito Osservatorio redatto da UniSalute secondo cui, tornando all’Europa, siamo primi però in una cosa: per spesa, appunto, nella già citata prevenzione delle malattie.
Un dato sorprendente perché le abitudini degli italiani, anche per colpa dei suddetti disservizi, non sono proprio sane: uno su 3 non è mai stato dal dentista, il 50% delle donne non ha effettuato una visita ginecologica, solo per citare qualche dato. Curarsi solo quando si manifesta un disturbo è un’attitudine condivisa, spesso gioco forza, dal 48% dei nostri connazionali: a quel punto oltre il 60% si rivolge a strutture private convenzionate e non. Tra l’altro, due interi capitoli del report Unisalute sono dedicati ad alimentazione e sport: “voci” da stimolare in ottica prevenzione e da contemplare più accuratamente in fase di sottoscrizione.

Lo studio rileva un crescente sviluppo di fondi sanitari integrativi, coperture collettive derivanti dai contratti nazionali e varie forme di welfare aziendale grazie alle quali si è raggiunta oggi una copertura sanitaria integrativa del 30% della popolazione; e ribadisce l’importanza per la clientela di un medico raggiungibile in ogni momento, magari che eserciti anche a domicilio ma in tanti casi può andare bene un videoconsulto: anche una telefonata allo specialista, di fronte a un problema imprevisto, a volte è già qualcosa in più rispetto alla difficoltà di contattare – nel senso di “entrare in contatto” – con il proprio medico di base e il personale degli ospedali. Più di un terzo del campione di clienti apprezza inoltre la copertura dell’intero nucleo familiare dell’intestatario e l’assistenza in eventuali situazioni di improvvisa urgenza, dunque in prospettiva futura.
Dicevamo prima del concetto di assistenza: con l’invecchiamento della popolazione emerge con drammatica evidenza il fenomeno della crescente cronicità delle patologie – di cui soffre il 40% delle persone e la grande maggioranza degli over 65 – che sposta l’attenzione dalla terapia al ruolo dei caregiver, tanto che l’incidenza di spesa più elevata proprio è per la riabilitazione. È un allarme sociale, e il governo è chiaramente invitato a battere un colpo con la Legge di Bilancio 2024.

Il programma completo dell’HIS 2023 è sulla piattaforma online dell’evento, a questo link.

Sanità privata, i Ricavi Crescono ma Restano sotto i Livelli pre-Covid

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