L’elevata propensione a intraprendere l’attività di agente in attività finanziaria, se supportati dall’azienda, e la mancanza di vincoli temporali e la possibilità di crescita professionale come elementi attrattivi della professione: sono i 2 elementi del sondaggio condotto per EMFgroup da Renato Manneheimer – sulla conoscenza e l’interesse dei giovani per la mediazione creditizia – che hanno maggiormente colpito il direttore generale OAM Federico Luchetti, ospite della conversation d’apertura dei lavori del Leadership Forum Summer 2024.
Intervistato da Giuseppe Gaetano di PLTV.it, Luchetti ha raffrontato i risultati della survey di Eumetra con la recente ricerca OAM-Prometeia sulle traiettorie evolutive del settore. Nonostante la scarsa mobilità del comparto e la complessità del recruiting, “dati i compensi iniziali particolarmente contenuti e le difficoltà nel sostenere i costi necessari all’avvio della professione“, il peso percentuale dei collaboratori under 30 aumenta e “anche al 30 giugno di quest’anno – rivela il dg OAM -, a fronte di una crescita complessiva del numero di iscritti in tutti gli elenchi, registriamo un buon peso percentuale degli under 30: 33% per gli agenti in attività finanziaria, 25% per gli agenti nei servizi di pagamento, 24% collaboratori agenti e 28% collaboratori mediatori creditizi“.
Certo “la gioventù non è tutto“: occorre anche che professionisti e clienti siano davvero preparati sul fronte della digitalizzazione, e l’Italia ha ancora tanti passi da compiere nella formazione tecnologica degli operatori e nell’educazione finanziaria dei loro utenti.
Da Luchetti, in conclusione, anche “un suggerimento per la prossima ricerca di EMF: quanto pesa o dovrebbe pesare l’etica, nello svolgimento del lavoro? Dovrebbe pesare di più, perché la competenza professionale da sola non basta” e anche perché “la nuova direttiva europea sul credito al consumo rafforza le tutele. E di questo, giovani e non giovani, dovranno tenere conto. Così come ne terrà conto l’OAM nella sua azione di vigilanza“.