PLTV riporta parte del discorso del Governatore della Banca d’Italia, durante l’Assemblea Annuale 2021.
…Nell’area dell’euro l’attività economica è ancora frenata dal perdurare della pandemia e dagli effetti dell’incertezza sulla domanda di consumo e le decisioni di investimento. Al netto di fattori temporanei, le variazioni dei prezzi restano molto contenute.
La crescita del prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe riprendere vigore nella seconda parte dell’anno superando, nelle stime più recenti, il 4 per cento nella media del biennio 2021-22, dopo la caduta del 6,6 nel 2020. Questo scenario sconta ulteriori progressi nelle campagne di vaccinazione e una favorevole evoluzione dei contagi; continua a dipendere dal mantenimento degli interventi di sostegno all’economia. Benché in ripresa, principalmente per il rincaro delle materie prime, le prospettive a medio termine dell’andamento dei prezzi al consumo restano deboli: le aspettative che ampi margini di capacità produttiva inutilizzata persistano a lungo frenano la dinamica dei salari e il ritorno dell’inflazione su livelli congruenti con l’obiettivo di stabilità dei prezzi.
Le misure straordinarie introdotte dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) hanno tempestivamente contrastato le ricadute economiche della crisi sanitaria. Da marzo dello scorso anno sono stati erogati alle banche fondi aggiuntivi a condizioni molto vantaggiose per quasi 1.500 miliardi di euro ed effettuati acquisti netti di titoli pubblici e privati all’incirca per lo stesso ammontare, in larga parte decisi per far fronte all’emergenza pandemica. Questi interventi hanno contribuito a mantenere un orientamento monetario coerente con l’obiettivo; hanno permesso agli intermediari di soddisfare il fabbisogno di fondi dell’economia e ai governi di reperire le risorse necessarie per il sostegno alle famiglie e alle imprese senza che si manifestassero tensioni sui mercati.
L’esperienza maturata dopo la crisi finanziaria globale del 2008-09 mostra che una riduzione prematura dello stimolo monetario accresce i rischi per l’economia e per la stabilità dei prezzi. L’incertezza sui tempi e sull’intensità della ripresa richiede che le condizioni di finanziamento restino a lungo accomodanti: aumenti ampi e persistenti dei tassi di interesse non sono giustificati dalle attuali prospettive economiche e andranno contrastati, anche con il pieno utilizzo dei programmi di acquisto di titoli già definiti. Oltre che a contenere gli effetti della pandemia, l’orientamento espansivo della politica monetaria resta volto a garantire che la dinamica dei prezzi, dopo tanti anni di debolezza, si riporti, al più presto e stabilmente, su valori prossimi al 2 per cento.
Anche l’azione delle autorità di vigilanza è stata orientata a contenere la severità della recessione. Modificando i tempi dell’entrata in vigore di alcune regole prudenziali si è evitato di incidere sulla capacità delle banche di erogare prestiti e assorbire le perdite in una fase così delicata; misure temporanee sulle riserve e sui requisiti di capitale hanno contrastato potenziali effetti prociclici della regolamentazione.
La supervisione bancaria sta ora contemperando l’esigenza di assicurare che le banche continuino a fornire il necessario sostegno all’economia con quella di presidiare adeguatamente i rischi. Dopo la sospensione del 2020 è ripreso il regolare processo di revisione e valutazione prudenziale con il quale i supervisori determinano i requisiti patrimoniali specifici per ciascuna banca. Sotto il coordinamento dell’Autorità bancaria europea sono in corso prove di stress per valutare la solidità degli intermediari anche in uno scenario economico particolarmente avverso. Seppure in una forma meno rigida di quanto deciso per lo scorso anno, è stata rinnovata fino a settembre la raccomandazione di limitare la distribuzione degli utili.
Le politiche di bilancio straordinarie adottate con tempestività dai governi hanno fortemente limitato i danni della recessione. La risposta dell’Unione europea è stata diversa da quelle, insufficienti, fornite in occasione della crisi finanziaria globale e della successiva crisi dei debiti sovrani. All’inizio dell’emergenza, la sospensione dell’applicazione delle regole del Patto di stabilità e crescita, il temporaneo allentamento delle restrizioni sugli aiuti di Stato e la maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi di coesione hanno permesso a tutti gli Stati membri di intraprendere politiche espansive di ampia portata.
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