27 Settembre 2023

Cessione del V: Primo Semestre dalle Tante Sfide, alla Ricerca di un “Nuovo” Equilibrio tra Redditività e Funding

BIC

EMFgroup ha deciso di condividere con il mercato i risultati e i trend relativi al primo semestre del business della Cessione del V, illustrando alcuni dei dati principali che emergono dalla sua attività di Business Intelligence, attività che viene realizzata da quasi dieci anni; ospite del talk per commentare insieme i dati emersi, Silvia Silvestrelli, responsabile Area Commerciale e Tecnica CQ di Net Insurance.

Un semestre che si è chiuso all’insegna della stabilità confermando il trend di  inizio d’anno. Il secondo trimestre si è rivelato molto sfidante per la produzione, ma per fortuna a Luglio in tanti sono ritornati a crescere. Le preoccupazioni sono tante, tanta è la pressione su redditività ed efficienza. Anche le relazioni fra agenti/collaboratori e mandanti sembrano essere più deboli rispetto ad una volta e la attività di recruiting  sempre più intensa. Altro tema di preoccupazione è il funding e il conseguente processo di erogazione.

Quello che è chiaro è che siamo di fronte ad un modo diverso di fare Cessione del V.

Nel mondo dei tassi di interesse a Zero, ovvero fra il 2008 e il 2022, vi erano modelli diversi di approvvigionamento rispetto ad oggi. Il mercato delle cartolarizzazioni ha avuto, ad esempio, un importante impatto dal contesto economico e certe operazioni non sono più facili come erano nel passato. Sicuramente in questo contesto risultano più in difficoltà le fabbriche monoprodotto, rispetto a coloro che riescono a dare alle reti distributive una offerta più ampia. Si è notato infatti che alcune realtà siano cresciute positivamente a livello totale, colmando con i prestiti personali o con anticipo del TFS la minor erogazione di Cessione del V. Questa, in estrema sintesi la view del BIC, il report di Business Intelligence di EMFgroup sul giro d’affari della Cessione del V nel primo semestre 2023.

Nella prima parte di quest’anno l’erogato complessivo è pari a circa 4 miliardi di euro – rileva Alberico Imbriano, head of market research di EMFgroup sostanzialmente in linea con i valori registrati nel 2022 quando l’erogato, in relazione al panel che EMFgroup monitora ormai da 10 anni, si è attestato a circa 7,7 mld: un volume, dunque, che potrebbe essere replicato anche nel 2023. Nel secondo trimestre l’erogato si è attestato a 2,2 mld, +20% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, confermando un ottimo trend alla luce delle criticità attuali. Lato assicurazioni, il volume di premi incassati nei primi sei mesi si attesta a 300 milioni, evidenziando un leggero decremento annuo“. Cifre che, tuttavia, non sembra mostrare tutte le sfide che gli operatori stanno affrontando: “Le preoccupazioni sono tante, tanta è la pressione su redditività ed efficienza. Anche le relazioni fra agenti/collaboratori e mandanti sembrano essere più deboli rispetto ad una volta e l’attività di recruiting sempre più intensa“.

Dati e numeri condivisi da Silvia Silvestrelli, responsabile Area Commerciale e Tecnica CQ di Net Insurance: compagnia da sempre bechmark in questo settore su cui, lavorando con numerosi operatori, ha una view privilegiata. “Il business continua ad essere reattivo considerando che il 2023 si è aperto con molte sfide, in primis l’aumento dei tassi di interesse e conseguentemente dei pricing – dice in collegamento con Giuseppe Gaetano negli studi di PLTV -. Il risultato del primo semestre riflette la cautela sia della domanda, in un contesto caratterizzato appunto da elevata inflazione e clima di incertezza, sia dell’offerta, che ha assunto un approccio maggiormente selettivo. La relazione semestrale ha registrato una raccolta premi di 117,8 mln: una crescita del 22% annuo trainata soprattutto dalla Cessione del Quinto (+48%), cui si aggiunge la raccolta dei canali della Bancassurance e dei Broker (+5%). Tutti gli indicatori contribuiscono a mostrare robustezza e sostenibilità della strategia industriale, confermando la positiva tendenza già evidenziata nell’esercizio precedente“.

Per quanto concerne le coperture legate ai finanziamenti con CQ dello stipendio e della pensione, “Net ha proseguito la crescita avviata ormai dal 2018 grazie al lavoro di tutta la squadra CQ (Underwriting, Portafoglio, Claims e Debt Collection), alla conferma della fiducia di tutti i nostri partner, a un’efficace collaborazione/sinergia con i riassicuratori e al prezioso supporto di consulenti e provider di informazioni. La compagnia, proprio in queste settimane, sta completando la revisione del piano industriale e fissando nuovi target ancora più ambiziosi e sfidanti – continua Silvestrelli -. I prossimi mesi ci vedranno impegnati nella difesa del vantaggio competitivo e della posizione di leadership nei top player della CQ: intendiamo conservare l’attuale market share nel comparto dei dipendenti statali e pubblici, sviluppare il business con riferimento ai privati e aumentare la quota di mercato sulla CQP attraverso la modalità di sottoscrizione tramite tele-underwriting, mantenendo una elevata qualità dei rischi assunti grazie ad advanced analytics applicati alle migliori pratiche di pricing e underwriting“.

Ma come si stanno muovendo i diversi segmenti di clientela, come sta cambiando la distribuzione del prodotto? Imbriano rileva “una sostanziale stabilità nell’ambito dei pensionati, che rappresentano comunque quasi la metà del business complessivo con 1,8 mld di erogato, e dei dipendenti pubblici, che da gennaio ne vale 1,3: in entrambi i target negli ultimi 5 anni la crescita è avvenuta a tassi sempre più contenuti, trend particolarmente evidente per i secondi. Il vero banco di prova per la cessione del quinto è da sempre lo sviluppo del segmento dei dipendenti privati, che cresce a una media annua intorno al 6%: a giugno il finanziato ha sfiorato 1 mld, +10% annuo, e si prevede che questa tendenza si confermerà nel prosieguo del 2023“.
In tema di distribuzione invece, “il primo semestre ribadisce che gli agenti sono ancora il principale canale di intermediazione, con volumi attorno a 1,9 mld; in termini di variazione si evidenzia un leggero decremento, che segue quello già sottolineato nel primo trimestre. Il dato più significativo è la riduzione della quota di mercato di questo canale, passata negli ultimi 5 anni dal 60 al 45%. Le quote perse dalle agenzie sono state guadagnate dalle banche, diventate il secondo canale di intermediazione: a fine giugno hanno erogato 1,3 mld, +4%. Crescono anche i mediatori creditizi, del 25/30%. Lo scenario – afferma Imbriano – ha messo sotto pressione margini e redditività della distribuzione tradizionale, quella degli agenti, con le fabbriche prodotto attrezzatesi per offrire una gamma di prodotti più ampia alle proprie reti“.

E’ vero – interviene Silvestrelli -, il focus dei principali player è stato la crescita del segmento dei finanziamenti a dipendenti privati, già emersa nel secondo semestre 2022. I finanziamenti con CQP, in ogni caso, continuano a rappresentare circa la metà del business totale e nei primi sei mesi del 2023 Net è notevolmente cresciuta in tutti e due i segmenti, anche grazie anche a sistemi di scoring più performanti. In quest’ottica, abbiamo da poco completato un assesment Esg delle aziende datrici di lavoro sul proprio portafoglio CQ (circa 57.000). In chiave ESG, non potendo intervenire su portata e caratteristiche della copertura assicurativa fissate per legge, abbiamo da tempo caratterizzato la nostra proposta distintiva, sia per quanto riguarda le modalità di rilascio delle coperture che per i criteri assuntivi”.
Sul primo punto – continua –, in Net tutti i processi operativi della CQ, interni e di dialogo con i partner, sono digitalizzati: tra ottobre e gennaio scorsi abbiamo investito in un progetto volto a velocizzare e ottimizzare le procedure di sottoscrizione nella fase di controllo e valutazione documentale. Un salto di qualità che, grazie a una piattaforma basata su algoritmi d’analisi e di intelligenza artificiale, ci ha consentito di ridurre i tempi di lavorazione di ogni singola pratica ed evitare l’errore «umano», legato alla mancata rilevazione di anomalie nella documentazione e/o di informazioni discordanti rispetto a quelle trasmesse con il tracciato di richiesta delle coperture. Relativamente ai criteri assuntivi – conclude Silvestrelli -, da anni privilegiamo le imprese sulla base di più indicatori come organizzazione e performance, potenzialità, dinamicità sul territorio e digital capability; ma abbiamo anche aperto alle Pmi e, nella logica di inclusione finanziaria propria del prodotto CQ, a uno spaccato di clientela fragile qual è quello dei giovani neo-assunti“.

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