“Abbiamo registrato una leggera flessione delle richieste, sebbene le domande formalizzate dall’Inps dal primo febbraio scorso siano in un numero decisamente contenuto rispetto alla platea dei nuovi pensionati“.
Marcello Saitta, responsabile della filiale di Montecitorio di Banco BPM, intervistato dallo chief editor di PLTV Giuseppe Gaetano su uno temi caldi del mercato del credito italiano: l’impatto dell’anticipo agevolato del TFS da parte dell’Inps sul business delle banche. Finora è stato minimo e il budget di 300 milioni di euro in 3 anni, stanziato per l’esperimento, molto probabilmente dovrà essere “rifinanziato considerata la previsione di uscita dal servizio dei dipendenti pubblici nel breve-medio periodo“.
La clausola dell’iscrizione al Fondo Credito ha escluso una discreta parte di ex impiegati statali dall’accesso alla misura, che pone al prestito un tasso ultra concorrenziale di appena l’1,5% contro il quasi 5 raggiunto ormai dagli istituti: la mossa “ha sorpreso i nostri stessi richiedenti, che ci hanno espresso un certo malumore” riguardo al fatto che a suo modo l’ente di previdenza sociale, sia pure con lo sconto, lucri su un diritto acquisito dai lavoratori. Ovvio che se lo Stato, in aggiunta, accelerasse davvero i tempi di erogazione come ordinato dalla Corte Costituzionale, “l’esigenza del finanziamento verrebbe meno“. Potrebbe essere la fine di una linea di business?
TFS, Fucino Finance: “Anticipo Prima del Pensionamento, la Soluzione Equa” che Risolve 3 Problemi